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ANNO XXII N° 10 – 20 DICEMBRE 2003 – L’ARTROSI DEL TRATTO CERVICALE, LOMBARE E DELL’ANCA -2

diagnosi e terapia

Come può intervenire la posturologia nei casi di artrosi?

L’artrosi, definita come una patologia articolare degenerativa in costante crescita e diffusione, colpisce prevalentemente le articolazioni della colonna vertebrale e dell’anca.

In Italia ne soffrono circa 4 milioni di persone, di cui l’80% anziani e per circa il 18% soggetti in età lavorativa (dai 19 ai 60 anni).

I principali fattori che portano a questa patologia sono da individuare nelle cattive abitudini posturali, alimentari e dello stile di vita.

Analizziamo insieme come questi tre elementi appena citati possono costituire le cause o le concause di processi degenerativi, che giorno dopo giorno deteriorano gradualmente le nostre articolazioni.

Se il nostro corpo può muoversi, ciò accade esclusivamente grazie ad una serie di articolazioni (punto in cui due ossa si “incontrano”), strutturate in modo da essere attorniate e gestite da una serie di muscoli, i quali contraendosi permettono il movimento.

Ora esaminiamo le posture viziate, ovvero i modi scorretti di stare seduti, di lavorare, di fare sport, etc., e cerchiamo di capire perché possono davvero risultare concause corresponsabili di processi artrosici. Ricorriamo ad un esempio concreto: provate a pensare ad un’occasione in cui avete parcheggiato la vostra automobile con una o due ruote su un marciapiede e poi avete chiuso il portellone del bagagliaio o la portiera. Se avete ascoltato attentamente il rumore del portellone/portiera al momento della chiusura e avete quindi osservato il suo assetto non più perfettamente allineato e combaciante, vi sarà facile capire come anche il nostro corpo sia quotidianamente soggetto a deformazioni più o meno permanenti delle sue articolazioni, ovvero della sua postura.

Nel caso in cui quell’automobile rimanga per molto tempo in una posizione così disagiata, il materiale con cui è costruita memorizzerà tali informazioni (non corrette) fino a deformarsi in modo permanente, anche se successivamente l’autovettura venisse parcheggiata in modo corretto.

Lo stesso vale per il corpo! Se ogni giorno assumiamo posizioni viziate, facciamo esercizi o lavoriamo in modo non corretto, i nostri muscoli, le ossa ed anche il cervello (lo schema mentale della nostra postura), memorizzeranno tali posizioni come se fossero quelle corrette. Quindi le assumeranno definitivamente, così che risultiamo deformati in modo permanente pur rimanendo con l’illusione di essere sempre gli stessi di prima, quindi diritti.

Ma, dopo un po’ di tempo ecco sopraggiungere i primi disagi, fastidi, dolenzie, svogliatezza nel muoversi e, ancor peggio, cominceranno a farsi sentire dei dolori … Ripensiamo a quella serratura dell’automobile che non si chiude più perfettamente; le parti metalliche ormai sfregano fra di loro in modo certo non più conforme a quello che il costruttore aveva studiato ed elaborato).

All’inizio saranno solo i dolori a farsi sentire, ma se non si interviene poi a modificare la postura, le cartilagini cominceranno ad usurarsi sempre di più fino alla loro totale consumazione, che determinerà quindi l’inevitabile sfregamento di un osso contro l’altro osso (un po’ come la serratura dell’auto): ecco l’artrosi.

Ora, è di importanza fondamentale realizzare che il dolore non va visto come un nemico, ma come un importante campanello di allarme che ci avvisa di un malfunzionamento e ci stimola ad intervenire: bisogna quindi agire sulla postura del nostro corpo, ovvero mettere in assetto corretto la carrozzeria della nostra auto.

Il posturologo può essere visto come il “carrozziere”- meccanico del corpo, che rimette in assetto la struttura rispettandone i parametri anatomico-fisiologici.

L’analisi delle possibili concause dell’artrosi non si esaurisce qui, dobbiamo infatti affrontare un altro elemento di pari importanza: le tensioni muscolari.

Il nostro corpo, per mantenere i muscoli sempre di una certa fattezza e consistenza, si avvale di un sistema di controllo, gestito dal sistema nervoso, attraverso l’invio di un segnale elettrico di base o tono basale, che rappresenta il giusto tono muscolare a riposo, quello che dovremmo avere per stare bene e per poter affrontare le nostre giornate in condizioni di stress normale.

Purtroppo i ritmi della vita moderna così intensi ci inducono a diventare degli ipertesi, e non solo a livello arterioso ma anche a livello muscolare. In altre parole, lo stress che viviamo tutti i giorni in modo esasperato: problemi in famiglia, problemi economici legati allo stipendio, disagi o conflitti con i colleghi d’ufficio, la preoccupazione delle interrogazioni, di essere all’altezza delle situazioni, il vicino che fa rumore fino a tardi, il traffico insopportabile, il vigile che forse ci ha fatto la contravvenzione, etc, etc, queste e tante altre sollecitazioni fanno sì che il tono muscolare si alteri notevolmente. In tal modo, contraendosi continuamente, i nostri muscoli diventano sempre più tesi e, paradossalmente, sempre più minuti e sottili, ipotrofici.

Ed ecco che se una crescente tensione dei muscoli viene mantenuta continuativamente, anche solo per qualche giorno, i muscoli stessi ed il cervello memorizzeranno tale condizione come normale, per cui i muscoli non si rilasseranno più, neppure se la tensione diminuisse. Rimarremo così in stato di tensione muscolare, pur credendo di essere rilassati.

Tale tensione muscolare va ad agire, inevitabilmente, sulle nostre articolazioni comprimendole di continuo e senza tregua, anche durante le ore di riposo e di sonno.

Il danno inizia a concretizzarsi quando dobbiamo muoverci, perché in quel frangente i nostri muscoli impongono alle articolazioni il movimento (come se fossero un ingranaggio dell’automobile). Dunque la notevole pressione esercitata dai muscoli farà sì che il forte attrito inizi ad usurare le articolazioni… ed eccoci di nuovo all’inizio della degenerazione artrosica!

Il nostro paziente, sofferente per questi dolori, tenderà istintivamente ad usare il meno possibile le articolazioni tese e doloranti, come il collo, la zona lombare, l’anca. I muscoli di tali zone, sempre meno utilizzati proprio per evitare di stimolare il dolore, diventeranno ancor più piccoli, ipotrofici e più tesi, proprio come corde di violino.

Un errore di valutazione tanto banale quanto ampiamente diffuso è quello che fa dire, di fronte ad un tessuto connettivo e ad una la pelle un po’ lassi, la solita frase: “Lei è così perché ha i muscoli troppo deboli che devono essere potenziati…. lei ha poco tono e deve andare in palestra a tonificare i muscoli!”. Se così avviene la frittata finale è fatta, perché tonificare e potenziare – come abbiamo già detto in un articolo precedente – è assolutamente controproducente: l’attrito aumenterebbe.

Ma allora che cosa bisogna fare?

In primo luogo bisogna assolutamente ridare al corpo la libertà muscolo-articolare. Solo in un secondo momento e solo se risulterà opportuno, si potrà procedere a potenziare i muscoli. Mai il contrario.

Tra i fattori che concorrono all’artrosi c’è ancora un altro aspetto importante da valutare: l’alimentazione. Apparentemente alimentazione ed artrosi sembrano dimensioni molto distanti; in realtà la qualità dei tessuti, siano essi cartilaginei, ossei, capsulari o muscolari, è determinata dalla qualità del nostro cibo. E’ dunque vero che noi siamo il risultato di ciò che mangiamo!

Se siamo intossicati, i nostri muscoli risultano maggiormente rigidi, tesi, infiammati e il calcio viene più facilmente sottratto alle ossa. Se mangiamo cibi che sono troppo stimolanti, quali ad es. the, caffè, etc, le nostre tensioni aumentano di conseguenza, e così via.

Per la nostra salute, tutti i fattori che sono stati sopra indicati andrebbero quindi presi nella dovuta considerazione.

Adesso esamineremo quanto di competenza del posturologo, il quale per arrestare il processo degenerativo va ad agire sulle tensioni muscolari, mettendo in asse corretto i segmenti articolari. Succede in moltissimi casi che il processo artrosico, così trattato, sia migliorato.

Possiamo affermarlo sulla base dei casi trattati in studio, delle elaborazioni dei dati e della storia clinica dei nostri pazienti.

Desideriamo proporvi alcuni esercizi indicati per tale patologia che potrete fare anche a casa vostra, se non avete l’opportunità di interpellare un posturologo.

VISIONE GLOBALE

Come emerso già dagli articoli dei numeri precedenti, il nostro è un intervento terapeutico-posturologico ad approccio globale; permette cioè di allungare tutta la muscolatura del corpo in posizione corretta e senza compensi.
Uno fra i primi esercizi utili (foto n°1) è una profonda respirazione eseguita in postura obbligata, così da mettere in tensione le catene muscolari, ossia tutti i muscoli coinvolti nella patologia. Si deve mantenere la postura evidenziata, perfettamente in asse, facendo uscire ad ogni espirazione l’aria dalla bocca aperta, allungando al contempo il collo così da far scendere il mento verso il petto. Si avvertiranno tensioni al collo, che potranno raggiungere il dorso, la zona lombare, le gambe, etc.

Tale esercizio, se fatto in modo autonomo rispetto ad un terapista (foto n°2), e cioè utilizzando piani quali pareti e pavimenti, risulterà comunque fondamentale, se pur di minore efficacia che fatto sulla panca.

Un altro esercizio guidato dal terapista, che ha lo scopo di allungare i muscoli delle cosce, i glutei, gli adduttori, ossia tutti quei muscoli responsabili del movimento dell’anca ma anche dei limiti della funzionalità della stessa.

Questi sono solo alcuni dei molti esercizi eseguibili con la metodica che utilizza Pancafit® per il trattamento di varie patologie. Tale metodo di lavoro garantisce inoltre un riequilibrio sulla muscolatura in generale, migliorando sicuramente la qualità della vita di coloro che, bloccati da tensioni muscolari e da ansie, avevano perso la propria energia, la voglia di fare e di muoversi.

Prof. Daniele Raggi, Posturologo, Mézièrista, Chinesiterapista.
Docente Master in Posturologia c/o la 1a Facoltà di Medicina e Chirurgia (Dipartimento di Medicina Sperimentale e Patologie), Università “La Sapienza” di Roma.
Prof.ssa Gloria Majocchi, Chinesiologo, Posturologo, MFT.

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