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Medicina dello sport

Ambulatorio di Medicina dello Sport
Direttore Sanitario: Dr. Antonio Maone
Specialista in Medicina dello Sport

La pubertà o periodo dell’adolescenza è un periodo caratterizzato da profonde trasformazioni corporee e psichiche dell’organismo.

Medicina dello sport

UTILIZZO DI PANCAFIT E DEL RAGGI METHOD® IN GIOVANI ATLETI ADOLESCENTI

Dr. Antonio Maone, Specialista in Medicina dello Sport – Centro di Medicina Dello Sport A. Maone Sesto Fiorentino (FI).
Lorenza Corsi, Terapista della Riabilitazione – Centro di Medicina dello Sport A. Maone Sesto Fiorentino (FI).

Sono considerati adolescenti ragazzi e ragazze compresi in fascia di età dai 12-13 anni ai 17-18 anni.

Nella nostra cultura l’adolescenza inizia con un evento biologico, quando nel corpo si percepiscono i segni dei primi cambiamenti fisici. E’ invece un evento sociale quello che fa finire l’età dell’adolescenza e segnare il passaggio nell’età adulta, quando cioè nel ragazzo matura la consapevolezza di una sua posizione autonoma e responsabile nei riguardi del mondo che lo circonda, in genere verso i 17-18 anni.

I cambiamenti dell’adolescenza, oltre che l’aspetto fisico, interessano anche la sfera dei sentimenti e del comportamento, reciprocamente influenzabili dall’ambiente.

 

ETA’ BIOLOGICA ED ETA’ ANAGRAFICA

Non sempre nei giovani è possibile definire e caratterizzare in modo preciso le fasi dell’adolescenza, perché ad un’età cronologica di un ragazzo non sempre corrisponde la stessa età biologica. E’ l’età biologica che esprime la reale maturità funzionale del ragazzo. Accade spesso di trovare ragazzi di età anagrafica di 12/13 anni, in fase prepubere quindi ancora indietro con la crescita, altri invece mostrare un aspetto fisico e capacità funzionali tipici di un adolescente maturo pur avendo ancora 12 anni. In questi casi un allenamento condotto allo stesso modo per tutto il gruppo può risultare poco adeguato alle reali capacità funzionali del singolo ed essere troppo leggero per alcuni e troppo pesante per altri.

 

GLI ASPETTI BIOLOGICI DEL CAMBIAMENTO

Possiamo suddividere il periodo dell’adolescenza in due fasi: I Fase puberale (intorno i 12 anni) e una II fase puberale ( verso i 14 anni ). Nelle ragazze queste fasi si manifestano con un anno di anticipo rispetto ai ragazzi.

La prima fase dell’adolescenza è caratterizzata dalla rapida crescita in altezza per effetto della nuova attività ormonale (Testosterone e Somatotropo) attivata. E’ la prima cosa che ci colpisce di un adolescente; mediamente negli anni precedenti l’incremento annuo di altezza si è sempre mantenuto stabile intorno i 4-6 cm. Nella prima fase dell’adolescenza in un anno si può avere un incremento di altezza anche di 12-13 cm. Per questo si dice che per il ragazzo è iniziato un nuovo ciclo.

L’incremento staturale è legato all’allungamento delle dialisi delle ossa lunghe degli arti superiori e inferiori. Questo crea una temporanea disarmonia nelle proporzioni corporee che si ripercuote nella prestazione atletica di questo periodo.

Per effetto degli ormoni Somatotropo e Testosterone, le lamine epifisarie delle ossa subiscono rapidi cambiamenti morfologici e strutturali da diminuire momentaneamente la resistenza meccanica. Questo riguarda soprattutto le ossa corte, in particolare le vertebre della colonna vertebrale che saranno particolarmente vulnerabili quando sottoposti a sollecitazioni di carico condotti in modo tangente alle linee di forza della colonna vertebrale, come può avvenire per movimenti in torsione del busto per esempio.

Allo stesso modo movimenti condotti in direzione perpendicolare alle linee di forza della colonna, quando sono unilaterali o troppo rispettivi possono risultare dannosi per l’eccessivo stress che potrebbero comportare sulle lamine ossee.

Con la II Fase dell’adolescenza (dai 13/14 ai 16/17 anni circa) le proporzioni corporee ritornano armoniche, ed il tasso di Testosterone aumenta ancora (nelle ragazze fino a 60, nei ragazzi a 600ng/100ml). E’ questo il tempo in cui il sistema muscolo scheletrico comincia a stabilizzarsi, si possono riprendere in gran parte gli esercizi ed i metodi di allenamento usati nell’allenamento degli adulti.

Ciò nonostante l’allenamento deve essere ancora caratterizzato dal principio della Progressività, aumentando sempre inizialmente la quantità del carico di lavoro nel numero delle ripetizioni e successivamente l’intensità (il carico delle stesse ripetizioni). Aumentare il numero delle sedute settimanali può rappresentare il primo gradino di un incremento della qualità del carico. Per evitare patologie da sovraccarico infatti conviene non allungare la durata di ogni singola seduta ma piuttosto incrementare il numero.

Oltre al principio della progressione, a maggior ragione, visto l’enorme variabilità tra età anagrafica ed età biologica di queste fasce di età, è altrettanto fondamentale il principio dell’individualizzazione del carico. E’ impossibile avere due individui con la stessa capacità motoria e reazione al carico. Fattori quali l’età biologica, lo stato generale di salute, il livello ed il tipo di attività fisica svolto precedentemente, la costituzione fisica e funzionale di base sono sicuramente caratteristiche che giustificano una diversa reazione allo stesso carico tra un individuo e l’altro. Nell’individuazione del carico l’istruttore deve consultare, dove è possibile, eventuali medici dello sport e determinare una valutazione sulle capacità motorie e funzionali del ragazzo, che naturalmente dovrà essere parte attiva nel processo decisionale.

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SCOPO DELLA RICERCA

Sulla base di queste considerazioni, spesso ragazzi sportivi adolescenti presentano durante questo periodo problemi di rigidità articolare e muscolare contratta. Ogni muscolo che subisce una tale modificazione è responsabile a sua volta di alterazioni posturali, che nel caso dei muscoli lombari e paravertebrali si traducono in frequenti lombalgie.

A maggior ragione, in circostanze del genere è opportuno intervenire con tecniche di rieducazione posturale e di kinesiterapia in grado di stabilire nel giovane atleta le condizioni ottimali per poter affrontare un allenamento anche intenso senza dover ricorrere a cure farmacologiche ed a terapie solo sintomatiche.

Presso il CENTRO MEDICINA DELLO SPORT DR. Antonio Maone sono stati presi in considerazione in un range di 8 mesi, 24 soggetti adolescenti (15 maschi 9 femmine) di età compresa tra i 12 e i 17 anni, tutti praticanti attività sportiva a livello agonistica nelle discipline del Basket, Calcio, Pallavolo, Atletica Leggera. Tutti i soggetti venuti presso il Centro lamentavano dolori muscolari e rigidità articolare.

 

METODO DI LAVORO

Tutti i soggetti, dopo visita specialistica che ha escluso patologie da trauma diretto, sono stati trattati con PANCAFIT® ed il RAGGI METHOD®.

Al fine di valutare l’utilità in questi casi della tecnica di “allungamento globale decompensato” secondo il Raggi Method®, i ragazzi sono stati trattati secondo un protocollo standard di 5 sedute con frequenza di una seduta settimanale. Ogni seduta aveva una durata di 45’ e prevedeva esercizi di mobilizzazione per il collo, per le caviglie (fig. 22), per allungare i quadricipiti (fig. 20) e per allungare i quadricipiti (fig. 21). Le sedute si concludevano con il massaggio diaframmatico. Prima e dopo ogni seduta i ragazzi erano sottoposti a test di flessibilità per il tronco (soggetto in piedi su un cubo al quale è applicata un’asta metallica di misurazione). Il soggetto si flette per raggiungere con le dita il punto più basso dell’asta metallica, con movimento lento e continuo senza flettere le ginocchia, per valutare il reale guadagno in centimetri della flessibilità del tratto lombare della colonna vertebrale.

 

RISULTATI

Sono stati ottenuti i seguenti risultati:

– Ottimi nel 100% dei casi (24 soggetti) con riduzione del dolore nel tratto lombosacrale della colonna vertebrale e guadagno notevole della flessibilità lombosacrale da + 6 a + 12 cm. nei vari soggetti.

Tutti i ragazzi hanno potuto riprendere l’attività sportiva agonistica senza avvertire ulteriori disturbi. Da segnalare un solo caso di un ragazzo che dopo il primo tentativo su Pancafit ha avuto nei due giorni successivi difficoltà alla deambulazione, causa l’eccessivo allungamento muscolare che aveva momentaneamente alterato gli schemi motori di base.

Tale quadro è tuttavia rientrato completamente nel giro di 48 ore.

 

CONCLUSIONI

I risultati di questa relazione dimostrano in modo inequivocabile come Pancafit® ed il Raggi Method® possano essere un’utile metodica da utilizzare anche su soggetti di età evolutiva, in quelle condizioni di rigidità e contratture muscolari da squilibri muscolari o da eccessivo carico di allenamento, senza ricorrere a terapie farmacologiche.

Allo stesso modo l’utilizzo di Pancafit durante la fase dell’adolescenza può essere un importante presidio preventivo per preparare l’adolescente alla postura corretta, riducendo l’incidenza dei paramorfismi.

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