Ed eccoci ancora insieme per parlare di Postura e dei vari satelliti che ruotano attorno ad essa.
Oggi analizzeremo l’importanza delle cicatrici e come queste compromettano molto spesso la stabilità e l’equilibrio biomeccanico del corpo umano.
– Definizione di cicatrice
La cicatrice è il prodotto finale di una fase di riorganizzazione di un tessuto leso.
Dunque la cicatrizzazione è l’insieme dei processi biologici che contribuiscono alla chiusura di una ferita e riguarda tutte le strutture del corpo umano: si parla di cicatrici cutanee se la lesione interessa la cute, invece di aderenze qualora il danno riguardi tessuti sottostanti (strappi muscolari, cicatrici cutanee profonde,..)
La pelle è organizzata in diversi strati: l’epidermide, più superficiale, si moltiplica continuamente dando luogo al ricambio cutaneo, mentre il derma è costituito da fibre elastiche e collagene, contenuti in una sostanza semifluida formata da vari tipi di cellule, tra le quali i fibroblasti, fondamentali per il processo di cicatrizzazione.
Quando la pelle subisce una lesione, il nostro organismo si attiva per riparare al danno, producendo nuove cellule di collagene: se la lesione ha interessato lo strato superficiale della pelle, tale processo non lascerà segni rilevanti. Le cose cambiano invece se risultano essere coinvolti anche gli strati più profondi della cute: in questo caso la tendenza sarà quella di formare una cicatrice piuttosto visibile.
– In che modo le cicatrici possono essere fonte di disturbo meccanico-energetico-posturale?
Le cicatrici determinano un’interruzione del continuum della pelle e dei tessuti sottostanti (muscolare e nervoso), fino ad incidere anche sul funzionamento fisiologico degli organi. Hanno conseguenze meccaniche, energetiche e neurologiche, sia a livello locale che globale.
Una cicatrice arreca danni meccanici tanto maggiori quanto più sono marcate le aderenze cutanee e sottocutanee ed anche a seconda della sua localizzazione.
A livello energetico i disturbi che una cicatrice può arrecare sono causati dall’intersezione dei meridiani energetici (i meridiani sono come dei canali invisibili ed inconsistenti lungo i quali corre una vera e propria energia “sottile”). Questi normalmente hanno un decorso dall’alto verso il basso o viceversa, eccetto alcuni che hanno un decorso non verticale. L’orientamento della cicatrice sarà motivo di maggiore o minore danno ad uno o più canali energetici: infatti, essendo quasi sempre il decorso dei meridiani verticale, se una cicatrice si presenta in rapporto perpendicolare ad uno di essi, causerà maggiori problemi in quanto vera e propria interruzione del flusso energetico, che si ripercuoterebbe in uno squilibrio nel complesso energetico dell’individuo. Il decorso parallelo della cicatrice rispetto al canale energetico quantomeno non crea danni all’organo a cui è collegato il canale o meridiano.
Comunque sia, la presenza di una cicatrice favorisce un ristagno energetico o una mancata affluenza energetica nell’area interessata, rendendola in qualche modo amorfa.
A livello energetico psichico: spesso le persone soffrono di “rigetto mentale” nei confronti di una cicatrice. Basti pensare a quelle persone che non riescono a guardarsi una loro cicatrice o che addirittura non hanno il coraggio di toccarla o di lavare quella zona , etc.
A livello neurologico: ecco come si spiega la grande importanza e il grande legame che esiste fra pelle e sistema nervoso. Durante la vita embrionale, la pelle e il sistema nervoso hanno in comune la stessa matrice, l’ectoderma, il quale, anche una volta differenziatosi dopo la nascita dell’individuo, li mantiene in reciproco “scambio” di informazioni. Quindi la sofferenza dell’uno può determinare la sofferenza dell’altro, anche senza che sia stato direttamente danneggiato. Infatti dall’ectoderma di rivestimento provengono l’epidermide, gli annessi cutanei e le ghiandole mammarie; dalla cresta neurale derivano il sistema nervoso periferico e i melanociti e dal tubo neurale il sistema nervoso centrale.
Ecco come un disturbo della pelle diviene un disturbo neuro-muscolare, fino ad alterazioni funzionali e posturali.
– Cos’è la postura e qual è la relazione con le cicatrici
Come già abbiamo detto altre volte, definiamo postura il modo di una persona di relazionarsi con il mondo, di stare in piedi, di gestire in ogni momento la gravità, di respirare, di fare attività o di rimanere a riposo: e se questo avviene nel modo più economico e redditizio per il corpo, si parla di postura funzionale. Studi dimostrano che una cicatrice può alterare la postura, sia a livello locale, come visto prima, che in globalità: la deambulazione, l’appoggio dei piedi a terra e perfino il corretto funzionamento di un muscolo (a causa di aderenze profonde) possono venire meno, determinando configurazioni posturali scorrette.
Inoltre, la presenza di aderenze sottocutanee contribuisce a rendere “dura” e “anaelastica” la cicatrice stessa, diffondendo così attraverso la pelle una sorta di “trazione” in tutte le direzioni, che disturberà quindi l’intero sistema: con il passare del tempo questa continua informazione di trazione modificherà la postura dell’individuo, portando ad esempio ad assimetrie (Fig. 1 e 2).
Fig. 1: Radiografia mostrante la tendenza da parte del corpo di inclinarsi a destra,dalla parte in cui è presente la cicatrice. | Fig. 2: Cicatrice al fianco lato dx. |
Tratto da un articolo di M. d’Ajello – C. Misso – F. d’ Ajello
Questa trazione ha ragione d’essere, in quanto il tessuto connettivo, che lega e unisce gli altri tessuti, è il principale responsabile del trasferimento di ogni informazione meccanica. Nel caso di un’interruzione del continuum tissutale, sia superficiale che profondo, il nostro corpo, rispondendo ad un meccanismo di conservazione e reagendo sempre in direzione del massimo confort e del minimo dolore, tenderà ad assumere posizioni scorrette. Queste, a lungo andare, potrebbero causare anche serie patologie (ernie, artrosi e, nel caso della figura, scoliosi).
– Cosa si intende per cicatrice “reattiva”e come si testa
Le cicatrici, oltre a lasciare un segno morfologico indelebile, intaccano più o meno sensibilmente l’equilibrio energetico dell’organismo. A seconda dell’entità dell’interferenza arrecata dalla cicatrice, si definisce quest’ ultima più o meno reattiva. Per testarne la reattività è possibile avvalersi di semplici test chinesiologici come quello del muscolo forte. In questo caso, un test proponibile è quello della capacità di resistenza dell’arto superiore dominante, a cui viene applicata una forza dall’alto verso il basso alla quale il soggetto deve contrapporre una forza in direzione opposta. Testata la normale efficacia di resistenza, si effettuata nuovamente il test chiedendo al soggetto di toccarsi la cicatrice con la mano dell’arto libero, allo scopo di “attivare” la cicatrice.
Qualora la risposta di resistenza fosse inferiore rispetto al primo test, la cicatrice è “reattiva”, “tossica” e dunque va trattata; altrimenti, se non risultano apprezzabili cambiamenti, come avviene in alcuni casi, la cicatrice non è reattiva e quindi non influisce sulla postura. A volte il trattamento di una cicatrice non dà risultati positivi a causa della presenza di un’altra cicatrice e che risulta essere cronologicamente più vecchia. In questi casi bisogna trattare prima la cicatrice “madre”.
– Trattamento delle cicatrici a livello globale (dare un idea di come si debba agire in presenza di una cicatrice)
Ogni cicatrice che si trovi su una qualsiasi parte del corpo, agirà comunque sia in qualsiasi altra parte del sistema attraverso le varie catene muscolari, fasciali o connettivali.
Esistono varie tecniche per trattare le cicatrici, a seconda della localizzazione, della loro fattezza, della loro anzianità e della loro aderenza ai tessuti circostanti o profondi.
Non è possibile qui entrare in merito alle modalità di trattamento perché servirebbero alcune pagine, ma i risultati che si ottengono a volte vengono definiti miracolosi.
Una cicatrice è in grado, oltre che di far deviare il corpo dal proprio asse, di causare dolori articolari, discopatie, ernie, etc.
Ecco dunque l’importanza della conoscenza di tali fenomeni che non possono essere assolutamente trascurati dal posturologo, dall’osteopata, ma nemmeno dal massofisioterapista.
Una cosa importante e particolarmente nuova va aggiunta a quanto sto dicendo: nella quasi totalità dei casi, non basta trattare le cicatrici manualmente o attraverso l’iniezione di farmaci sottocutanei, ma bisogna fare il trattamento della cicatrice (che io consiglio, quando possibile fare manualmente), utilizzando posture particolari, tali da mettere in tensione e riequilibrare le varie catene fasciali e muscolo connettivali.
Nei corsi di formazione professionale non trascuriamo mai di insegnare tali metodiche, ma soprattutto di applicarle utilizzando particolari posture che risultano essere strategicamente vincenti.
Posso garantire per esperienza personale che una cicatrice severamente reattiva e che sta dunque creando seri problemi al paziente, se ben trattata, in pochissime sedute è in grado di ridare il sorriso al nostro paziente algico.
Nel prossimo numero entreremo meglio nel dettaglio di alcune modalità terapeutiche innovative.
Prof. Daniele Raggi, Posturologo, Mézièrista, Chinesiterapista.
Docente Master in Posturologia c/o la 1a Facoltà di Medicina e Chirurgia (Dipartimento di Medicina Sperimentale e Patologie), Università “La Sapienza” di Roma.