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Ernia discale: causa o effetto?

ernia del disco

La colonna vertebrale, il nostro “albero della vita”, è formata da tante vertebre impilate le une sopra alle altre con in mezzo i dischi intervertebrali paragonabili a “cuscinetti ammortizzatori”. 

È avvolta da una miriade di legamenti e di muscoli, fondamentali sia per la stabilità che per i movimenti.

Possiede molteplici e complesse funzioni di sostegno e protezione della colonna stessa e del midollo spinale, mentre per i movimenti essa è gestita da moltissimi muscoli, brevi e lunghi, assiali ed obliqui, superficiali e profondi, che “si inseriscono” sulle vertebre stesse. 

Per meglio comprendere l’origine della formazione di discopatie, protrusioni o ernie, bisogna comprendere in che modo si arriva a produrre tali patologie, sia ai corpi vertebrali quando ai dischi intervertebrali ed al nucleo polposo.

Le conseguenze, come ben si può immaginare, consistono in produzione di dolore per infiammazione o compressione delle radici nervose; si ha così rigidità, movimenti limitati fino a doversi sottoporre ad interventi chirurgici quando le terapie conservative non sono più sufficienti o adeguate.  

Ernie, protrusioni, discopatie: perché provocano dolore?

Come mai la natura ha condannato le persone a tanta sofferenza? Quali sono le ragioni meccaniche per cui si cade in tali sofferenze? Vediamolo insieme.

Le vertebre, come ogni altro osso del corpo, rappresentano strutture di sostegno che di per sé non potrebbero muoversi se non gestite dai muscoli, il cui scopo è proprio quello di generare movimento.

I muscoli sono dunque il motore del complesso sistema biomeccanico del corpo umano. 

La condizione ed il giusto tono dei muscoli, sono le caratteristiche fondamentali per la loro corretta funzione.

Ma, di fronte a traumi, cicatrici, preoccupazioni, iper stress, malocclusioni, disturbi visivi, disbiosi intestinali, il tono dei muscoli può modificarsi notevolmente fino a divenire particolarmente disfunzionale.

Infatti, il corpo stesso, nella sua logica di sopravvivenza, non sopporta né i disagi né i dolori e quindi attiva tentativi costanti per sfuggire dai dolori.

Lo fa attraverso un aumento del tono per creare posture di adattamento o compensi per evitare i fastidi.  

In tal modo però, l’aumento di tono tende a cronicizzarsi fissando così determinate posture adattate o in antalgismo.

Tali accorciamenti muscolari, divengono causa di un aumento del tono dei muscoli stessi e delle catene muscolari di appartenenza; tale iper-tono, si scaricherà sulle varie articolazioni, vertebre in primis.

Ricordiamoci che i muscoli, per generare movimenti finalizzati e funzionali, sono organizzati in catene muscolari (o meglio definite catene neuro-mio-fasciali). Quando anche un solo muscolo si accorcia, l’intera catena di appartenenza si accorcia. 

Saranno proprio gli stati di iper-tono a causare compressioni sui dischi intervertebrali.

La sommatoria di un importante iper-tono per un tempo sufficientemente lungo, tanto movimento, soprattutto se intenso (lavori pesanti, sedentarietà, posture scorrete o sport intensi) saranno gli elementi che condurranno a tendiniti, sindrome delle faccette, discopatie, protrusioni o ernie discali con tutte le conseguenze altiche.

Quali soluzioni esistono?

In ambito Posturale, con le Posture Decompensate® , applicate su Pancafit ® e/o Pancafit Vertical® si può fare davvero molto.

In questi casi non si deve mai iniziare potenziando le strutture che già sono in ipertono.
Si devono detendere i muscoli in ipertono che, come un boa costrictor, soffocano i dischi intervertebrali. 

Grazie alla respirazione diaframmatica applicata alle posture decompensate® sarà possibile fare riemergere le vecchie cause ormai nascoste o dimenticate.

Finalmente i dischi potranno tornare a reidratarsi per poter essere ancora funzionali!

In altre parole le ernie sono gli effetti, il prodotto finale di un sistema che nel tempo si é starato, squilibrato.  

(La parola ernia deriva dal latino “hèrnia” e significa “budella”, quindi possiamo iniziare a immaginare una sostanza dalla consistenza poco più che gelatinosa che fuoriesce dalla sua sede; discale cioè del disco intervertebrale, ovvero quel “cuscinetto” posizionato tra due vertebre).

Nell’immagine qui sopra, si può osservare una fase del trattamento in Postura Decompensata® su Pancafit® agendo sull’allungamento delle catene muscolari.

Qui sotto invece, l’azione più complessa viene svolta su Pancafit Vertical®; uno strumento di grande pregio, primo al mondo nel suo genere che agisce in catena chiusa e iper chiusa. 

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