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Rieducazione posturale ad approccio globale con Metodo Raggi® applicato al trattamento delle disfunzioni temporo mandibolari

Blog Pancafit

UNIVERSITA’ LA SAPIENZA di ROMA MASTER IN POSTUROLOGIA

Tesi effettuata dai Dottori Roberto Laudisio, Giuseppina Fiorellino, Davide Giuliano, Paola D’Orlando, Giuseppe Iannone, Annamaria Esposito, Nicoletta Sassi (Formazione Metodo Raggi®), studenti del Master post-lauream inPosturologia c/o la 1a Facoltà di Medicina e Chirurgia, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Patologia – Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, A.A. 2006/2007.

Questo è un abstract della tesi, il cui testo originale è composto da 92 pagine

1. Introduzione

Le frontiere della medicina sono in continua evoluzione, a tal punto che l’ottica giusta per intervenire in modo oculato su determinati problemi è quello di osservare il paziente in modo olistico, cioè attraverso una valutazione globale mirata ad intervenire non sull’effetto quanto piuttosto sulla causa che genera il sintomo, avvalendosi dell’esperienza di diverse discipline per individuare le priorità d’intervento (cicatrici per il recettore cutaneo, malocclusione o disfunzione linguale per l’apparato stomatognatico, alterato appoggio plantare per il recettore podalico ecc.).

Nel corso dell’ultimo anno l’approccio col metodo Raggi®, effettuato con Pancafit®, è stato suggellato da ottimi risultati inerenti svariate problematiche. Si tratta di un metodo che parte dagli insegnamenti principali della Posturologia, relativi sia alla mancanza di un rapporto diretto tra causa ed effetto nel sistema tonico posturale, quanto alla necessità di considerare il corpo regolato da un “rapporto tra struttura e funzione”, caratteristiche reciprocamente influenzabili.

Attraverso il lavoro di tesi “Rieducazione Posturale Globale con Metodo Raggi® Applicato alle disfunzioni Temporo Mandibolari”, abbiamo analizzato gli effetti della metodologia Raggi sui problemi dell’articolazione Temporo Mandibolare cercando di valutare se il trattamento delle disfunzioni a livello facciale potesse migliorare anche altri parametri posturali dei pazienti in cura. La scelta dell’analisi è ricaduta sulle disfunzioni all’articolazione temporo mandibolare, viste le ripercussioni all’intero sistema tonico posturale.

Lo scopo è verificare la presenza o meno di miglioramenti e, qualora vi fossero, la percentuale di miglioramenti ottenuti a fronte della semplice osservazione dei soggetti non trattati.

2. Materiali e Metodi

Il lavoro è stato svolto su un campione di 90 pazienti divisi in 2 gruppi. Il Gruppo A, composto da 70 pazienti, è stato trattato con il Metodo Raggi® con Pancafit®, il Gruppo B, composto da 20 persone con disfunzioni dell’ATM, è stato monitorato per tutta la durata della ricerca.

Il numero dei pazienti del secondo gruppo è di sole 20 persone in quanto è risultato difficoltoso reclutare persone da non sottoporre ad alcun trattamento in presenza di una diagnosi disfunzionale. In questo studio sono state analizzate le differenze tra i due gruppi a partire da una serie di parametri (successivamente descritti) che sono stati valutati e confrontati prima e dopo la terapia.

Il gruppo A coinvolge 70 soggetti di ambedue i sessi dai 18 e i 60 anni (età media 46,4), di varia estrazione sociale (studenti, liberi professionisti, impiegati, casalinghe ecc), con problemi relativi all’articolazione Temporo Mandibolare (click, scroscii, algie e sublussazioni), di cui la maggior parte presenta una deglutizione scorretta.

Sono stati volutamente esclusi dalla ricerca soggetti con età inferiore ai 18 anni e superiori ai 60 anni, con fratture vertebrali, tumori o metastasi vertebrali, scoliosi maggiori di 25° Cobb, gravi osteoporosi e con turbe neurologiche importanti, donne gravide,demenza senile e morbo di Parkinson avanzato, malattie autoimmuni in fase attiva e con infiammazioni in fase acuta.

All’ inizio delle sedute tutti i paziente sono stati sottoposti a dei test di valutazione:

  • analisi baropodometrica e stabilometrica;
  • test delle frecce vertebrali;
  • osservazione posturale alla verticale di barrè;
  • test di Unterberger modificato;
  • test di convergenza;
  • test clinici per valutare la presenza di eventuali click, sublussazioni o algie generali dell’articolazione temporomandibolare per poi verificarne la scomparsa o la persistenza.

Alla fine delle sedute abbiamo valutato i miglioramenti dei vari parametri confrontando i dati pre trattamento con quelli post trattamento ripetendo i test iniziali.

Sui soggetti afferenti al gruppo sono state effettuate 10 sedute, ognuna della durata di 45 minuti, a cadenza settimanale. In ciascuna delle 10 sedute il protocollo ha ricevuto una strutturazione standard, essendo composto ogni volta da sei diversi esercizi eseguiti in postura decompensata su Pancafit:

  • Respirazione diaframmatica;
  • “Massaggio” e trattamento del diaframma;
  • Trattamento e eventuale fibrolisi dei muscoli del collo;
  • Trattamento e eventuale fibrolisi dei muscoli masseteri;
  • Trattamento e eventuale fibrolisi dei muscoli pterigoidei;
  • Lavoro di decompressione, decoapatazione e riposizionamento dei condili dell’ATM;
  • Stretching della lingua;

3. Risultati

Tra i 70 pazienti trattati con il Metodo Raggi® abbiamo diviso due gruppi, uno di 40 persone e uno 30 persone. Il primo dei due è risultato essere quello con maggiore miglioramento dei vari parametri dopo il trattamento.

In questo primo sottogruppo (comprensivo di 40 persone) abbiamo notato miglioramenti notevoli di quasi tutti i parametri

Fig. 1: Nella torta si nota immediatamente che i miglioramenti spiccati sono stati moltissimi rispetto a quelli parziali.

Partendo dalla misurazione delle frecce vertebrali, per più dell’80% dei soggetti si è evidenziato un miglioramento con valori più vicini a quelli standard di riferimento.

Il carico dell’appoggio dei piedi, calcolato con la pedana stabilometrica, è notevolmente migliorato in tutti i pazienti facendo registrare dei valori eccellenti molto più vicini al parametro ottimale 50%-50%.

Così per quanto concerne i valori della Verticale di Barrè è stato rilevato un miglioramento netto nel 42,5% dei casi.Si tratta di un valore di grande rilevanza considerando che al 42,5% equivalgono 17 pazienti e che 8 avevano già dei valori alla Verticale positivi. In definitiva solo 15 pazienti su 40 non hanno subito modifiche posturali rilevanti alla verticale di Barrè.

Per quanto riguarda i Click e le Sublussazioni in seguito al trattamento, il 50 % (20 persone) non avevano più alcun problema. Si tratta di un numero notevole, considerando che altre 8 persone manifestavano una condizione di assenza di click o sublussazioni. Quanto detto evidenzia che solo il 30% (12 pazienti) non ha subito alcuna miglioria. Il punto focale del nostro studio relativamente al primo sottogruppo è la percentuale di miglioramento delle algie misurate con scala VAS. Infatti nei 40 pazienti possiamo evidenziare un notevole miglioramento trattandosi di una percentuale media dell’82,23%.

Con i restanti 30 pazienti pazienti abbiamo riscontrato alcuni problemi che hanno reso il trattamento con Pancafit non efficace a differenza di quanto accaduto con i pazienti del primo sottogruppo. Questo gruppo di 30 pazienti è stato diviso in 4 gruppi in base alla tipologia di problema che essi presentavano: 4 pazienti con dente del giudizio incluso, 16 con presenza di disfunzione linguale e amalgama, 8 con presenza di disfunzione linguale e apparecchio (già portato anni prima) ed infine 4 con amalgama.

Andando ad analizzare i dati dei 4 pazienti con dente del giudizio incluso possiamo notare che i miglioramenti sono minori rispetto al primo sottogruppo per quanto riguarda tutti i valori da noi analizzati. Questo molto probabilmente dovuto al dente del giudizio incluso che ha comunque reso molto difficile il trattamento. Da analizzare comunque che le algie, nonostante la statistica ci dia la media di miglioramento del 19.75%, hanno subito un miglioramento nel 75% dei casi.

Nei 16 pazienti con disfunzioni linguali e amalgama, abbiamo riscontrato un margine di miglioramento minimo.

Si ottenuto un avalore dello 0% alla Verticale di Barrè e sulle Sublussazioni e Click. Lievi miglioramenti sono stati rilevati per quanto riguarda il carico analizzato con la Pedana Stabilometrica. Nonostante tutto, le Algie valutate con la scala VAS sono state quasi tutte migliori nel Post trattamento, fatta eccezione in 6 casi dove il livello di dolore è rimasto invariato. La percentuale di miglioramento è stata del 27% anche se in 10 casi c’è stato un netto abbassamento della VAS.

In questo caso abbiamo valutato la funzione linguale, la deglutizione (alterata in tutti e 16 i pazienti) e il campo elettrico (correnti vaganti) causate dalle amalgame presenti nelle cavità boccali dei pazienti. Tutte le misurazioni (eseguite con i comuni tester in dotazione agli elettrauto o agli elettricisti) hanno superato i 100 millivolt. Secondo gi studi del Dottor Maurizio Andorlini (Professore al Master in Posturologia) le correnti vaganti che sprigionano queste vecchie amalgame (fatte da mercurio in combinazione con altri tipi di metalli) possono interferire con il sistema tonico-posturale già a bassissimi millivolt (“La Corrosione delle leghe Orali”, Quintessenza International, Vol 3, Num. 2/3/4, 1986 – M.Andorlini). Considerando di aver trovato valori superiori ai 100millivolt, possiamo decisamente affermare che le amalgame “scompensavano” e non di poco la postura dei notri pazienti.

In questi casi quindi si sarebbe dovuto intervenire in primis con Terapia miofunzionale e con interventi per asportare queste vecchie amalgame contenenti mercurio ad alte dosi.

Analogamente al sottogruppo precedente, i miglioramenti sono del tutto assenti tranne per quanto riguarda la scala VAS per le Algie. C’è infatti una media di miglioramento del 59.33% relativa a tutti i pazienti del gruppo. In questo caso la considerazione è che una forte Disfunzione Linguale (riscontrata negli 8 pazienti) e l’uso dell’apparecchio (utilizzato precedentemente al trattamento) interferiscono in maniera elevata con problematiche posturali e dell’ATM. Inoltre è stata riscontata un’asimmetria a livello craniale presumibilmente provocata dall’utilizzo dell’apparecchio. In definitiva questo gruppo di pazienti avrebbe dovuto ricevere, in prima istanza, trattamenti di Terapia Miofunzionale e Osteopatia craniale.

Nell’ ultimo sottogruppo abbiamo rilevato risultati poco confortanti relativamente alla pedana stabilometrica, alle frecce vertebrali, ai click e alle sublussazioni, a differenza degli ottimi risultati ottenuti con la scala VAS dove il valore, al termine dei trattamenti, si dimezza con un miglioramento del 48.21% di media. Anche nei suddetti pazienti abbiamo misurato il campo magnetico che le amalgame creavano all’interno della cavità boccale e in tutti i casi si superavano di molto i 100 milliVolt. Dunque a questi pazienti è consigliabile, in prima istanza, la rimozione delle vecchie amalgame e in seguito il trattamento con Pancafit.

I soggetti non trattati (gruppo di controllo) sono stati solo 20 in quanto è risultato difficoltoso reclutare persone da non sottoporre ad alcun trattamento in presenza di una diagnosi disfunzionale.

Dalle statistiche si è potuto osservare che l’assenza di trattamento su pazienti con disfunzioni dell’ATM non è assolutamente stato positivo. Oltre all’assenza di miglioramenti per quanto riguarda le frecce vertebrali e la distribuzione dei carichi, ci rendiamo conto che 9 pazienti su 20 sono peggiorati relativamente alle algie, mentre gli altri non hanno modificato la loro situazione.

4. Conclusioni

In conclusione il nostro studio ci permette di sottolineare i miglioramenti che il metodo Raggi® effettuato con Pancafit è riuscito ad ottenere nei trattamenti all’ATM. Nei pazienti privi di ulteriori problematiche atte ad influenzare il sistema tonico posturale, si è notato un netto miglioramento di tutti i parametri da noi valutati, dalla Verticale di Barrè sino alle Frecce Vertebrali. Ci siamo resi conto inoltre dell’impatto positivo che questo metodo ha sulle algie causate da disfunzioni temporo mandibolari. Basta esaminare le tabelle riportate nel lavoro di tesi per rilevare che, anche in presenza di altri tipi di “destabilizzatori” (amalgame, disfunzioni linguali, apparecchio, dente del giudizio incluso), il Metodo Raggi® è riuscito, in alcuni casi, a diminuire notevolmente le algie relative non soltanto all’articolazione temporo mandibolare, mentre in altri casi (il 72%) è riuscito ad eliminarle totalmente.

Il Gruppo di Controllo ci ha permesso di evidenziare come i pazienti non trattati con disfunzioni temporo mandibolari nel 50 % dei casi peggiorino comportando con il passare del tempo uno scompenso posturale notevole.

Nei pazienti con problematiche interferenti sul sistema tonico posturale il Metodo Raggi® è risultato efficace per la diminuzione delle algie e probabilmente affiancando ad esso altre terapie (Terapia miofunzionale, osteopatia, eliminzione amalgame) il risultato sarebbe stato ottimale. Comunque anche con questo metodo è possibile effettuare manovre craniali che vengono fatte atte allo scopo di ristabilire un’armonia del “sistema tonico-posturale”, ma che per non conoscenza delle tecniche dai tesisti, non è stato possibile applicarle. E’ infine opportuno sottolineare che tutti i pazienti alla fine del trattamento hanno manifestato soddisfazione dei risultati raggiunti il che avvalora la grande semplicità del metodo Raggi finalizzato al raggiungimento di una armonia corporea al termine dell’intero percorso “riabilitativo”.

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