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Tendinite al tendine di Achille: caso studio

Tendinite al tendine di Achille

Il tendine di Achille è un fascio tendineo molto robusto che raccoglie i fasci del muscolo, chiamato in modo classico “polpaccio”, in grado di sopportare carichi veramente notevoli.

Questo grande tendine scende dal polpaccio fino al tallone, inserendosi nell’osso per trasmettere ad esso tutta la forza espressa dal muscolo, al fine di generare movimento e permettere di sollevarsi sulla punta dei piedi.

Cos’è la tendinite al tendine di Achille?

Si tratta di un fenomeno abbastanza frequente, capace di togliere la gioia del cammino, delle belle passeggiate o delle epurazioni in montagna.

Nel caso in cui i muscoli che costituiscono le catene muscolari sono in sovraccarico, ovvero non sono più in eutonia (del giusto tono), tutti i tendini che hanno a che fare con tali muscoli dal tono alterato, sono soggetti a sovraccarichi.

Ed ecco che nel tempo tendono ad infiammarsi provocando la tendinite.

Appare chiaro che la tendinite sia la vittima di un complesso sistema formato da recettori, muscoli, ossa, sistema nervoso.

Per questo motivo, se vogliamo risolvere il problema, non si dovrebbe mai agire sul tendine, ma cercare di scoprire dove si nasconde la causa.  

Caso studio: tra gioia ed ego

Si presenta in studio una giovane paziente di 26 anni che dichiara di avere una grave osteoporosi, comparsa a seguito di un problema di anoressia.

Immediatamente penso a gravi conflitti o ad una separazione dei genitori. In effetti, con lo sguardo basso, mi dà ampia conferma di questo.

Questa paziente è temporaneamente tornata in Italia non tanto per l’osteoporosi, ma per risolvere un altro grave problema: una tendinite all’Achilleo destro che la fa zoppicare tanto.

Stava lavorando in un paese straniero, in una pharm, dedicandosi all’agricoltura; le serviva per fare esperienza, trovare indipendenza e serenità lontana dai conflitti familiari.

Ma la tendinite le impone di tornare a casa, non senza aver prima provato invano ogni genere di cure, di terapie, di trattamenti strumentali.

dolori sono così forti da impedirle persino di camminare, sia con le scarpe ed ancor peggio scalza.

Analisi della situazione e ricerca della causa

Come sempre, e come con tutti i pazienti, cerco di scoprire l’origine del problema, il primo momento in cui è comparso.

Infatti, scopriamo che l’inizio del dolore non risaliva a due anni prima come affermato da lei stessa, ma era comparso in modo leggero molti anni prima.

Piccole manifestazioni che, scomparendo, avevano perso di significato nella mente della paziente. Per noi invece, è importante scoprire oltre al quando, anche la dinamica iniziale, il come è comparso.

Ed ecco che di colpo la paziente ricorda “il cammino di Santiago di Compostela”.

Al terzo giorno di cammino, dopo le prime due tappe stressanti iniziò ad avere un po’ di disagio divenuto poi dolore al tendine Achilleo destro. Finito il cammino, per anni nessun dolore più; ma negli ultimi 6 mesi era ricomparso fino a diventare insopportabile in seguito alle camminate lavorative nei campi della pharm.

A quel punto mi sono chiesto: perché solo da un lato se lei cammina con due gambe? 

La logica mi apparve chiara: affinché la sofferenza si presenti solo da un lato, deve essere presente uno sbilanciamento fra l’arto destro e il sinistro.

Forse qualcosa che viene dal bacino, o forse una perturbazione che proviene da ancora più in alto; insomma un problema discendente.

Inoltre, sospetto che lei quando cammina, inconsciamente, compia un passo più lungo ed uno più corto

Cosa rivela l’esame posturale e dinamico?

A quel punto verifico attraverso l’esame posturale statico e poi dinamico!

Avevo intuito giusto su tutti i punti.

Il bacino infatti è ampiamente “shiftato” a destra e l’ilica sinistra è in retroversione. Al test della marcia, il ginocchio sinistro infatti sale meno e con fatica.

Un passo è più lungo dell’altro e l’oscillazione della braccia asimmetrica lo conferma.

Ora mi avanzava di scoprire cosa avesse causato tutta quell’asimmetria e quello sbilanciamento.

L’occhio sinistro non converge bene, il test non mente, ma non è la causa che cerco. La bocca non disturba, la lingua è funzionale; il coccige è lussato, perturba il sistema posturale per non più del 15%, ma non è la causa della tendinite.

Inizio a stuzzicare i ricordi, lei cerca nella mente, ed ecco un dato: a 15 anni, subisce un grave incidente in motorino. Tutta “ammaccata” ovunque, soprattutto l’anca sinistra!

Bingo!!!

La risoluzione del problema con Pancafit®

Iniziamo subito a mettere in postura decompensata le due emicatene posteriori e la sinistra si palesa estremamente retratta.

La paziente mi sorride soddisfatta perché vede che io sono soddisfatto e sente che abbiamo centrato l’obiettivo. Ogni test di verifica che facciamo, immediatamente dopo ogni piccolo esercizio utilizzato, lei sente che lo squilibrio si riduce, si normalizza e che il dolore diminuisce ogni volta un po’. 

Alla fine della prima seduta, il test che utilizzo di evocazione del suo dolore al tendine, risulta quasi superfluo.

Dopo 20’ niente più dolore. Fantastico!!!

Forse ancora un paio di sedute e il suo dolore sarà soltanto un lontano ricordo… e non tornerà più. Siamo stati molto fortunati, lei per il dolore, io per la gioia e… l’ego. 

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