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Il “Metodo Raggi®” e “Pancafit®”

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Il “Metodo Raggi®” e “Pancafit®”: l’approccio globale in un caso di ipercifosi, disturbi di ansia generalizzata ed iniziale disturbo depressivo

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PAVIA FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA SCUOLA DI FISIOTERAPIA

Tesi effettuata dalla Dott.ssa Giancarla Paini (Formazione Metodo Raggi®), studentessa del Master post-lauream inPosturologia c/o l’Università degli studi di Pavia – Facoltà di Medicina e Chirurgia – Scuola di Fisioterapia, A.A. 2003/2004

Questo è un abstract della tesi, il cui testo originale è composto da 160 pagine.

1. Introduzione

L’artrosi colpisce, in Italia, circa quattro milioni di persone tra i venti e i sessant’anni. L’80% è rappresentato dagli anziani, con patologie articolari degenerative, invalidanti, prevalentemente a carico della colonna vertebrale, del ginocchio e dell’anca, che interessano tutti gli elementi che le compongono: capi articolari ossei, capsula, tendini, legamenti e con conseguente sofferenza per compressione, usura delle cartilagini che ricoprono i capi articolari. Il dolore può essere più o meno sollecitato sia per l’infiammazione della membrana sinoviale sia per stiramento dei legamenti e dei muscoli, sia per microfratture ossee.

Rigidità muscolare, iniziali limitazioni funzionali, alterazioni posturali della colonna vertebrale, ai vari livelli, accompagnano il progressivo processo artrosico, anche quando il dolore è silente (asintomatologia), fino alla sua comparsa e acutizzazione.

A questo punto inizia la riduzione delle capacità motorie e funzionali.

In parallelo vanno considerate le ripercussioni psicologiche, soprattutto in un soggetto anziano, quando il calo delle prestazioni fisiche riduce il livello di autonomia nelle attività quotidiane. La presa di coscienza delle risultanze dell’invecchiamento agisce poi a sfavore del tono dell’umore, innalzando i livelli di ansia, innescando spesso il tunnel depressivo e il progressivo ritiro sociale.

Anche sul piano cognitivo il soggetto, solitamente, manifesta progressivo calo di interessi, rigidità comportamentale, ripetitività, assenza di iniziativa, deficit di memoria, scarsa consolidazione dei nuovi apprendimenti e riduzione dei rapporti interpersonali.

Spesso l’atteggiamento cifotico è pari al livello di “chiusura psicologica” dell’anziano.

2. Scopo

Vi sono diverse Scuole classiche in materia di rieducazione, nell’ambito delle rachialgie: la Scuola di Ling (svedese), il Metodo Klapp (di Marburg), il Metodo “Von Niederhoffer”, il “Metodo di Schroth”, la Scuola ortopedica (équipe di Kinesiterapisti e Chirurghi Ortopedici).

Tra gli altri Metodi (Peto, Perfetti, Negrini, Mezières, Mc Kenzie, Cyriac, Raggi®/Pancafit®, Laslett, Bienfait, Mulligan, Mc Conne, Souchard, ecc), ho deciso di applicare in questo lavoro il Metodo Raggi®, essendo di interesse per il trattamento del soggetto della tesi (un caso di ipercifosi) e analizzando parallelamente anche l’aspetto psicologico del paziente, cercando di trovare delle correlazioni con il metodo applicato sul soggetto in esame.

3. Il caso clinico

La Signora P.M., pensionata, di anni 80, da circa quattro anni ha notato uno stato cifotico progressivo, con dolori prevalenti alle spalle.

La prima Radiografia alla colonna vertebrale, più bacino, in data 05/07/2000, ha evidenziato osteoporosi e artrosi diffusa, con modica asimmetria delle anche per abbassamento dell’anca destra, quadro di coxartrosi bilaterale e per un anno la paziente ha portato un bustino semirigido. Successivamente la Rx di controllo, in data 15/05/2001, ha evidenziato un lieve atteggiamento scoliotico dx convesso, ad ampio raggio del passaggio dorso-lombare con modica asimmetria delle anche per abbassamento dell’anca dx, accentuazione della cifosi dorsale e della lordosi lombare in diffusa osteoporosi e diffuse alterazioni artrosiche più evidenti al tratto dorsale medio e al passaggio dorso lombare e coxartrosi bilaterale. Alla paziente è stato quindi prescritto di portare un busto rigido (mal tollerato per il perso a livello delle anche e per i sottoascellari non regolabili). Ad un successivo controllo ortopedico, in data 30/06/2003, l’Ortopedico ha quindi prescritto un corsetto ortopedico (P. 35), meglio tollerabile del precedente.

Inoltre la paziente ha effettuato nel 2003 sedute di Fisiocinesiterapia di gruppo ad un corso per persone anziane, ai fini di mantenere e migliorare la mobilità generale.

Da gennaio ‘04 a giugno ‘04 sono state aggiunte sedute di fisiocinesiterapia individuale, una volta alla settimana, ai fini di mobilizzare in senso correttivo la colonna vertebrale e per il rinforzo muscolare simmetrico in posizione corretta.

Il fisioterapista non ha ritenuto utile procedere ulteriormente, non riuscendo ad ottenere dalla paziente una adeguata collaborazione: durante gli esercizi correttivi, nel cercare di “guidare” la o le “curve” così come le “controcurve” nella posizione più corretta possibile, la paziente non riusciva a tollerare la correzione posturale prolungata, non coordinandosi con gli esercizi di inspirazione ed espirazione (che dovevano esser associati ai movimenti del rachide).

Tali difficoltà impedivano di realizzare anche le successive correzioni posturali, non riuscendo ad agire efficacemente neppure su un preciso livello vertebrale. Non è stato ritenuto proficuo un prolungamento del ciclo di terapia.

Ritenendo comunque importante ostacolare un progressivo peggioramento della cifoscoliosi, a questo punti ci si è documentati su metodi e sistemi di approccio “alternativo” ma valicato da studi scientifici, come da pubblicazioni in campo riabilitativo. Sono stati consultati, tra l’altro articoli di ginnastica medica.

È stato quindi ipotizzato come il Metodo Raggi® ad approccio globale, “calibrato sulla persona” e mediato da un attrezzo estremamente semplice (Pancafit®) potesse incontrare la collaborazione di una persona anziana.

4. Materiali e Metodi

Il Prof. Raggi ha impostato il colloquio con la signora P.M. mirando alla sua storia, alle sue abitudini, alle sue difficoltà e osservando, nello stesso tempo, postura e comportamento. Al termine del colloquio, si è deciso di integrare lo studio posturale sulla paziente con una valutazione psicologica.

Segue poi una valutazione posturale con osservazioni sul piano frontale, laterale, dorsale e controlaterale affiancata da test di valutazione funzionale (Test di flessione anteriore del busto, Test dell’appoggio podalico, Test della Marcia) e da un’indagine strumentale attraverso un esame baropodometrico e stabilometrico eseguito con la pedana baropodometrica della Diagnostic Support Srl (Roma).

Sono stati considerati anche alcuni test inerenti la valutazione delle capacita residue e dello stato emozionale del paziente, come il Mini Mental State Examination (MMSE) e il State-Train Anxienty Inventory (STAI). Il primo ha lo scopo di discriminare i pazienti mentalmente deteriorati dai sani, valutando una serie di abilità quali l’orientamento spazio-temporale, le abilità di apprendimento, le capacità attentive e di concentrazione, le capacità linguistiche e le abilità prassiche. Il STAI invece è uno strumento che permette una diagnosi differenziata tra disturbi d’ansia e disturbi depressivi.

È seguito poi il trattamento con Pancafit®, monitoraggio del paziente e verifica di fine trattamento.

Il trattamento, della durata di 3 mesi con cadenza settimanale per 45’, ha privilegiato il lavoro sul diaframma, in considerazione dello stato ansioso della paziente, attraverso tecniche di sblocco manuali specifiche ed esercizi respiratori mirati.

In considerazione poi dello scorretto appoggio podalico e dell’influenza dello stesso sulla postura scorretta del rachide, sono stati delineati specifici trattamenti su Pancafit® (mobilizzazione delle caviglie, allungamento dei femorali e mobilizzazione del collo).

5. Risultati

Da un confronto dei dati è emerso che:

  1.  Analisi posturale: Migliorata la simmetria a livello delle articolazioni delle spalle e delle braccia, con Triangoli della taglia più omogenei e testa più centrata rispetto al collo, presenza di una zona cervico-dorsale meno contratta e mobilità simmetrica delle rotule;
  2.  esame baropodometrico statico (fig. 1): i baricentri permangono in uno stato di non allineamento fisiologico, ma la distribuzione del carico tra arto destro e sinistri è simmetrica, con maggior carico sul tallone del piede di destra che non rispetto a inizio trattamento. Infine si è rilevato una più equa distribuzione del peso tra i due piedi tra avampiede e retropiede, che all’inizio risultata asimmetrica con prevalenza a sinistra;
  3.  esame baropodometrico dinamico (fig. 2): si rileva una dinamica con segni di instabilità mediale minori che non rispetto a inizio trattamento;
  4.  esame stabilometrico (fig. 3): non sono presenti particolari cambiamenti;
  5.  valutazione psicologica: il punteggio del MMSE passa da un valore di 24/30 a 28/30 e anche se il punteggio fosse nella norma nel test iniziale, la paziente ha evidenziato maggior prontezza e sicurezza nelle risposte e il lieve deficit nella memoria a lungo temine non si è evidenziato e la strategia per il reperimento dei dati è stata più attiva (la paziente è ricorsa ad associazioni mentali che hanno facilitato il reperimento delle traccia mnestica). Anche a livello del linguaggio è stato evidenziato un eloquio maggiormente comunicativo e la scrittura è apparsa più fluente. Allo STAI è emersa riduzione significativa dell’ansia di stato, mentre all’inizio del trattamento il test aveva evidenziato un punteggio medio-elevato sia nel percepire eccessivamente stressante qualsiasi situazione nuova sia nel reagire disordinatamente e confusamente a questi eventi.

Fig.1-2 analisi statica (a sx) e dinamica (a dx) eseguita prima (in alto) e dopo (in basso) il trattamento.

Fig.3 esame stabilometrico eseguito prima (a sx) e dopo (a dx) il trattamento: l’esame mostra il confronto tra lo stabilogramma fatto ad occhi aperti (OA) e quello ad occhi chiusi (OC).

6. Conclusioni

Dai risultati a confronto e da quanto è emerso dalla paziente stessa, si è verificato un miglioramento globale (postura e atteggiamenti indicatori psico-fisici): miglior mobilità articolare, postura maggiormente corretta e bilanciata, maggior tenuta dell’equilibrio, una iniziale riduzione dell’ipercifosi. Il ricorso ad una automatica autocorrezione posturale nelle situazioni di tutti i giorni, può far ipotizzare un ulteriore miglioramento. Sul versante psicologico si è evidenziata una forte motivazione a mantenere e a migliorare la propria postura (volersi sentire più dritta): la migliore accettabilità sociale ha agito da rinforzo continuo. Soggettivamente, la pazientre ha sperimentato migliore scioltezza nei movimenti, minore stancabilità e maggiore efficienza nelle attività di vita quotidiana, maggiore motivazione a socializzare. Anche questi comportamenti hanno sottolineato la riduzione della componente ansiogena che la paziente precedentemente dimostrava nell’affrontare nuove situazioni. Si può ipotizzare che nei precedenti sei mesi di fisioterapia, vissuti con eccessivo affaticamento e senso di inadeguatezza, si sia generato nella paziente un eccessivo grado di ansia prestazionale, tele a indurla a non concentrarsi e a non coordinarsi sul compito. Il senso di frustrazione è stato vissuto parimenti dalla paziente e dal fisioterapista. Diversamente in soli tre mesi di Metodo Raggi® e Pancafit®, si è costatato come , partendo da un approccio globale, relazionale e di “posizione”, piuttosto che di “azione”, utilizzando un semplice mezzo (Pancafit®), si sia interrotto il meccanismo generatore di ansia prestazionale (la paura di affrontare nuove situazioni). L’incoraggiamento a perseguire un miglioramento è stato evidente già dalla prima seduta, con ammissione da parte della paziente stessa di aver avvertito un iniziale benessere generale. Le sedute su Pancafit® sono state proficue e la gratificazione sociale per un evidente migliore postura ha funzionato da rinforzo motivazionale e la paziente attualmente applica quanto appreso a casa propria.

L’allungamento muscolare globale decompensato con Metodo Raggi® è stato efficace come approccio terapeutico globale anche per soggetti in età avanzata, come in questo caso, agendo con effetti antalgici e posturali che incidono sulla qualità dell’invecchiamento e portano ad un recupero di un benessere perduto. Dal punto di vista psicologico, il Metodo Raggi® e Pancafit® porta a sperimentare, da parte dei soggetti, la consapevolezza delle proprie conquiste, rimarcando come sia possibile ancora mantenere una adeguata autonomia per una migliore qualità della vita modificando di conseguenza in positivo anche il tono dell’umore.

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