La postura nei bambini e l’utilità dello sport per la loro salute

postura dei bambini

Una delle frasi più ripetute dai genitori ai figli è “Stai su dritto con la schiena!” o “tieni su le spalle”. Questo accade nel momento in cui il bambino appare con un atteggiamento posturale poco piacevole alla vista del genitore.

Ma serve davvero ripetere queste frasi? 

La risposta è no, non serve affatto, se non a creare forme di inutili fatiche e nevrosi.

Infatti, l’impatto che suscitano queste parole fa sì che chiunque se le senta dire si metta subito più diritto. Ma dopo pochi minuti tutto torna come prima. 

La fatica che si fa per mantenere questa postura corretta, è un pesante fardello che grava sul dorso.

C’è da sottolineare che la postura sciancata, debosciata, cifotica, chiusa in avanti del ragazzino/a, non è espressione di scarsa volontà o menefreghismo. 

Tanto meno è da imputare a debolezza muscolare. 

Si tratta, in realtà, di impossibilità a tenere la schiena dritta perché i muscoli della schiena sono vittime e prigionieri di uno squilibrio del tono muscolare.  

Come fa la schiena ad essere dritta?

Il corpo deve stare diritto per forze che sono fra di loro in equilibrio e non per continuo sforzo. 

Quella tipica postura è il frutto di uno stato tensivo di alcune catene muscolari la cui forza è assolutamente preponderante rispetto al dovuto e verso la quale il giovane (ma anche un adulto) ne risulta schiacciato ed impotente. 

Non si deve stare dritti perché sappiamo come si deve stare o perché ce lo dicono; si deve poter stare liberamente e naturalmente diritti perché la “plasticità e l’equilibrio” delle catene muscolari verso la “sacra gravità” (che esercita il dovuto stimolo), lo consentono liberamente. 

Quando invece i muscoli e le catene sono tese e corte, le loro tensioni esercitano una forza schiacciante tale da avere il potere di “ingobbire” il corpo stesso

Ecco perché le raccomandazioni dei genitori sullo “stare dritto con la schiena” non sono davvero efficaci. Se lo fossero, nessun giovane e adulto di oggi presenterebbe l’atteggiamento posturale classicamente definito cifotico o “gobbo”. 

Le dinamiche che intervengono a livello muscolo-scheletrico

Le eccessive tensioni muscolari hanno dunque il potere di disturbare, irrigidire e infiammare le articolazioni, procurando ogni genere di alterazione posturale, dolori, stanchezza cronica. 

Tale rigidità ha inoltre la capacità di sollecitare in modo anomalo le terminazioni nervose e dunque il cervello, costringendolo a costanti quanto inefficaci risposte di adattamento posturale.

Questa continua e incessante “overdose” di informazioni, porterà ad ulteriori alterazioni della postura e ad un incremento della stanchezza cronica proprio di quei muscoli già impegnati a far “raddrizzare” la schiena e le spalle.

Ciò spiega la reale impossibilità per chiunque di mantenere le spalle e il dorso dritti per più di 2-3 minuti.

Cos’è causa di “disturbi” delle catene muscolari?

Quando le catene muscolari per qualche ragione (neurologica, meccanica o biochimica), devono essere “ritarate”, “riprogrammate”, la prima cosa da fare è scoprire chi o cosa ha causato tali disagi. 

Non basta mettersi ad allungare i muscoli; è d’obbligo cercare chi o cosa esercita una “azione di disturbo” che si scarica poi su muscoli e catene.

Quando si individua la causa (un recettore perturbato…, cicatrici, malocclusioni, disbiosi, cisti emotive, etc.), e questa viene poi trattata o rimossa, allora il lavoro di riallungamento delle catene risulterà di grande efficacia e dunque si avranno ottimi risultati permanenti!

L’età giovanile rappresenta il periodo degli “scontri” con sè stessi, con l’altro, con il sesso, con i genitori, con gli insegnanti e con la società.

Le delusioni e i fallimenti sono elementi capaci di lasciare un segno profondo sulla postura.

Quanto è utile lattività fisica, in questi casi?

Lo sport è consigliato? Favorisce una migliore postura?

Una sana ed “intelligente” attività fisica, di fatto ha il potere di creare forme di “naturale stretching” che in qualche modo mantengono la struttura più plastica, dunque più disponibile ed un po’ meno soggetta ad alterazioni posturali (il tessuto connettivo tende a fibrotizzarsi meno). 

Tutto ciò a condizione che si abbia a che fare con una buona e saggia attività fisica; vi sono invece molti casi in cui si subiscono danni da sport o da eccesso di attività motoria

Come sempre, se il problema non viene affrontato alla radice, si avrà l’effetto opposto oppure quello di un “freno a mano tirato” a carico della nostra struttura.

Quando i genitori devono scegliere la disciplina sportiva per il figlio, di solito si indirizzano su quella praticata fatta dagli amici o da uno dei genitori stessi.

Oppure si seguono indicazioni di altri del tipo “Fai nuoto che fa bene alla colonna vertebrale, perché con il nuoto la colonna è in assenza di gravità e non viene caricata.”

In realtà, il movimento del corpo nell’acqua è reso possibile da continui e ripetuti movimenti che coinvolgono l’intero sistema muscolare, in particolare gli arti inferiori e/o superiori.

Nuotare rappresenta quindi per i nostri muscoli un gravoso impegno, sopportato anche dall’apparato scheletrico. 

Ecco perché non è vero che la colonna (formata da numerose articolazioni) risulta essere in scarico: lo sarebbe solo se galleggiasse in assenza di movimento. 

Per questo, in alcuni casi, il nuoto risulta essere addirittura dannoso per il sistema osteo-muscolo-articolare e dunque posturale. 

Così come per il nuoto possiamo fare le stesse riflessioni anche per altre discipline sportive, dal basket alla pallavolo.

La considerazione finale è che ogni deviazione posturale è sempre complessa e spesso multifattoriale.

Come tale deve essere sempre presa in seria e dovuta considerazione anche dal più esperto dei posturologi.

Nulla deve essere lasciato al caso o dato per scontato. Ogni situazione è a sè stante, è unica e irripetibile. Ogni caso è vittima della propria storia e del proprio vissuto, che racchiude spesso anche i traumi sportivi subiti. 

Il consiglio è quello di anteporre un’attenta analisi e valutazione posturale del ragazzo prima di intraprendere qualsiasi tipo di disciplina sportiva.

Così si potrà capire quale attività sportiva risulta essere più idonea alla postura del “giovane atleta” e, eventualmente, se si rende necessario anteporvi un ciclo di sedute di “rieducazione posturale”. 

Approfondiamo questo discorso in un caso studio del Dott. Roberto Bono.

Monica si presenta in studio con il figlio Alberto di 9 anni per “problemi posturali”

Monica: <<Possibile che mio figlio Alberto abbia sempre lo sguardo basso e le spalle chiuse nonostante io e il maestro di tennis continuiamo a dirgli di alzare la testa e tenere le spalle aperte?>>

Osservo che i modi e i toni con i quali la mamma parla di Alberto sono piuttosto taglienti.
Monica ha un modo di fare nervoso, le mani gesticolano velocemente, la comunicazione è frenetica, logorroica, nessuna pausa, respiro corto, affannoso.

L’inizio della seduta non è affatto semplice…

Mentre Monica parla, Alberto si chiude sempre di più, fino a quando le lacrime gli solcano il viso.

<<E adesso perché piangi? sto dicendo la verità e lo sai. Non ti impegni a stare su con le spalle aperte.>>

Guardo Alberto con affetto, lui se ne accorge, e gli dico: <<Facciamo cosi, vieni con me, vediamo cosa fare per queste belle spalle sportive>>.  

Alberto coglie la palla al balzo, si alza molto velocemente dalla sedia, mi segue.

<<Posso chiederti gentilmente di togliere la maglietta?>>.

Alberto annuisce con la testa, si leva la maglia mentre con gli avambracci asciuga le lacrime. 

<<Ok Alberto, hai proprio due belle spalle da sportivo, ma non solo, hai anche un bel fisico atletico. Bravo!>> Per la prima volta Alberto sorride…

Invito Alberto a posizionarsi su Pancafit® e lo allineo secondo i concetti di Raggi Method® in Postura Decompensata

<<Senti Alberto, si vede dagli occhi sei un bravo ragazzo molto sensibile, attento e sportivo. Ti faccio una domanda speciale…>> 

Pausa…

Osservo che anche Monica, un po stranita dai miei modi calmi, gentili e delicati si avvicina con la sedia come a dire: ma cosa sta succedendo…mio figlio che ascolta qualcuno?

Così capisco che ora ho sia l’attenzione di Alberto che della mamma… straordinario! 
Mentre Alberto esegue la respirazione tecnica propria del Metodo, mi dice <<cosa mi devi chiedere?>> 

<<Ti chiedo perché secondo te le tue spalle si sono chiuse e perché non riesci ad alzare lo sguardo… lo sai? >>

Monica si allontana in modo molto discreto e rispettoso, ma attenta ad ascoltare…

Alberto respira, il Diaframma sobbalza e scuote le catene mio-fasciali che gli passano attrverso… respiro, collo e spalle ora comunicano tra loro, ogni forma di compenso per sviare ciò che dovrà emergere, viene gestita. La tela fasciale è messa nelle condizioni migliori per far emergere ciò che ha trattenuto, per “vuotare il sacco”. 

Osservo gli occhi di Alberto che cercano risposte, poi dirige per un attimo lo sguardo verso la mamma, poi guarda me… poi gli occhi diventano di nuovo lucidi, il volto assume un espressione di misto rabbia/ dolore… poi la Postura e l’anima parlano:

<<Tutti mi dicono sempre che sono un buono a niente, che il mio amico gioca a tennis meglio di me e che devo imparare da lui, che faccio troppi errori perché non sono capace di tenere le spalle aperte, che devo tenere su la testa, ed io sono stanco di sentire tutti che mi dicono cosa fare!>>  

Lo studio si gela…

il tempo si ferma…

Guardo Alberto e piange, intanto sento uno strano singhiozzare proveniente da dietro. La mamma, Monica, anche lei con le lacrime agli occhi…

<<Ciò che dici Alberto, posso ben comprendere ti abbia in qualche modo ferito.>>

Invito Alberto a continuare con la respirazione… dopo pochi minuti emerge una tensione al collo che la mamma collega ad una vecchia caduta in cui il collo di Alberto rimase bloccato per 3gg. 

Trattato il collo, invito Alberto ad alzarsi da Pancafit®. 

Monica, interviene dicendo <<le spalle si vede che sono decisamente più aperte…>> 

Poi guarda suo figlio e se lo prende stretto tra le braccia, con una mano gli scompiglia i capelli in modo simpatico e affettuoso. Alberto le sorride e ricambia l’abbraccio
I due si sono capiti…

<<Non so come ringraziarla, non pensavo… la prossima volta le porto anche l’altro mio figlio e nel frattempo comincio a respirare anch’io, ho capito che mi serve. Grazie di cuore.>>

Riflessione conclusiva

È più che comprensibile che un genitore veda le spalle chiuse del proprio figlio e gli dica di aprirle, ma penso anche come sarebbe meraviglioso se un genitore conoscesse le leggi e i concetti fondamentali della Postura

La Postura è fragile, sensibile al dolore (che non tollera perché lo interpreta come minaccia alla sopravvivenza). 

Poco importa se è dolore fisico o emozionale… è dolore, sofferenza, è una minaccia dalla quale difendersi, irrigidendosi. Il corpo non sa fare di meglio…purtroppo. Nessuno si lascia andare se minacciato…

Troppe volte osservo genitori incosapevoli, vittime di retaggi culturali, sui quali sigificati nessuno si interroga e riflette. L’umano non osserva, non si ferma a farsi domande, a osservare i fenomeni della vita. 
L’umano ripete schemi di comportamento che ha subito pensando siano giusti, senza osservare chi ha dinnanzi e le conseguenze di ciò che dice e fa.

Le parole hanno un peso, i pensieri hanno un peso, i gesti hanno un peso, i comportamenti hanno un peso. Allo stesso modo un allenatore, un insegnante dovrebbe avere strumenti e conoscenze posturali adeguate per comprendere invece che correggere. 

Per ogni atteggiamento/alterazione Posturale va indagato e scoperto il perché, va ricercata LA CAUSA del fatto che lo sguardo si è abbassato e le spalle si sono chiuse, la colonna vertebrale si è modificata, etc… Non può esistere un effetto senza che una causa l’abbia preceduto.

“Il caso non esiste e coincidenza è una parola insensata. Nulla esiste senza un’origine, senza una causa.” (Voltaire 1694-1778)

L’umano cerca sempre il difficile dimenticandosi di considerare il semplice, l’ovvio. L’umano è cieco e sordo e fa dei danni enormi verso se stesso e i suoi simili. 

Imporre anziché scoprire, trattare e rieducare una Postura alterata, equivale a voler spingere a tutti i costi un’auto che ha il freno a mano inserito. 

Non può funzionare!

Tant’è che la Postura di Alberto non ubbidiva né alla mamma né al maestro di tennis. 
Ma l’umano continua, imperterrito anche quando vede che ciò che fa è dice non funziona.

È per questo che la nostra scuola di formazione Raggi Method-Pancafit Academy insegna a osservare, indagare, testare e trattare in un concetto di vera Globalità.

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