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Le catene muscolari fra ATM e postura

Blog Pancafit

UNIVERSITA’ CATTOLICA DEL SACRO CUORE DI MILANO

Tesi effettuata da Valeria Gallinari (Formazione Metodo Raggi®), studentessa di Scienze e Tecniche delle Attività Motorie c/o la Interfacoltà di Scienze della Formazione e Medicina e Chirurgia – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, A.A. 2007/2008

Questo è un abstract della tesi, il cui testo originale è composto da 140 pagine.

1. Introduzione

L’obiettivo di questa ricerca è unire il lavoro e la conoscenza dell’ortodonzia a quello della posturologia.

Analizzeremo come non si possano considerare isolati tra di loro, ma come ortodonzia e posturologia si trovano in relazione.

L’aumentare dei casi di cervicalgia (2/3 della popolazione) mi ha portato ad analizzare sempre più dettagliatamente le cause che possono provocare dolore e limitazione funzionale; per questo mi sono imbattuta nell’ortodonzia, un campo ancora acerbo ma dove si trova molto da scoprire e da capire.

I primi ad occuparsi di simile argomento, sono stati i chiropratici in quanto si accorsero che alcuni loro pazienti non traevano beneficio dalle loro terapie e la maggior parte di questi presentavano tutti un’occlusione dentale alterata; da allora molte altre scuole di osteopatia posturale, ortopedica e fisiatrica classica si sono occupate a più riprese di tale argomento affascinante.

In questo studio ho potuto notare l’intreccio tra tutte le catene muscolari del nostro corpo, come queste si condizionino reciprocamente, sia distalmente che prossimalmente; e, dato che ogni catena condiziona la cinetica delle articolazioni, perché anche la mandibola non può essere influenzata dai suoi rapporti con le catene muscolari e dalle sue interconnessioni?

Passando dallo studio dell’anatomia alla cinetica del movimento ho potuto perciò notare come i cambiamenti di tutto il nostro corpo possono andare a modificare il rapporto occlusale, perché connessi tra di loro da intimi rapporti che sarebbe superficiale non prendere in considerazione.

La corretta ampiezza fisiologica di ogni articolazione dipende da un buon rapporto articolare e dall’equilibrio delle tensioni muscolari che vi si applicano; se si va a modificare lo squilibrio agendo con un metodo globale, questo si dovrebbe riequilibrare e con lei il rapporto articolare.

2. Scopo

L’obiettivo di questo studio è studiare le correlazioni possibili tra l’articolazione temporo mandibolare e le catene muscolari.

Studiare come le catene muscolari interagiscono nell’occlusione; come possono modificarla attraverso un allungamento globale decompensato con Pancafit®; osservare le modificazioni che possono comparire nella funzione occlusale.

3. Materiali e Metodi

Il gruppo di studio sottoposto ad esame è composto di 10 persone 7 femmine e 3 maschi; con un intervallo di età compreso tra i 25-30 anni proveniente da esperienze lavorative e sportive diverse.

La seduta a cui soggetti si sono sottoposti è individuale e con la durata di circa 2 ore ciascuna.

Gli strumenti utilizzati sono:

* Pedana stabilometrica Lizard per rilevare:

– la distribuzione del peso del soggetto sui due piedi, in particolare in tre zone specifiche del piede (I metatarso, V metatarso e tallone);

-Il modo in cui i carichi dei vari segmenti corporei arrivano al suolo;

-Le modalità con cui il corpo umano oscilla in un tempo predeterminato permettono di ricollegare gli eventuali problemi alle disfunzioni di uno o più apparati corporei.

Scoliosometro

Pancafit®

* Cartine BAUSCH 1gr per la misurazione dell’occlusione

* Divaricatore apri bocca

* Macchina fotografica

In ciascuna delle sedute il protocollo ha ricevuto una strutturazione standard:

  • Esame stabilometrico effettuato con la pedana Lizard;
  • Paziente in ortostatismo, piedi uniti, valutazione occlusale attraverso l’ausilio di cartine;
  • Valutazione occlusale con rotazione della testa destra e sinistra;
  • Valutazione occlusale da seduto con sbilanciamento del bacino dx e sx (mantenendo collo e testa in asse)

Il tutto accompagnato da foto e tra una valutazione e l’altra una deglutizione. La deglutizione ci permette di cancellare la memoria e di riprogrammare una nuova azione senza condizionamenti precedenti.

In seguito su Pancafit per 30 minuti:

1) Respirazione diaframmatica;

2) “Massaggio” e trattamento del diaframma per 5-8 minuti;

3) Rotazione testa a destra e sinistra mantenendo l’assialità per 15 respirazioni a dx e sn per due cicli;

4) Respirazione in asse corretto.

Ritestato il soggetto con tutti i test precedenti.

4. Risultati

Dopo aver trattato la zona cervicale e la zona diaframmatica attraverso un Lavoro Globale Decompensato su Pancafit®, abbiamo notato dei cambiamenti significativi a livello occlusale.

Uno dei casi sui quali abbiamo ottenuto dei risultati significativi è quello di una ragazza di 25 anni.

Con questo studio abbiamo potuto anche verificare dei cambiamenti evidenziati dalla pedana stabilometrica.

L’esame della pedana stabilometrica di un altro soggetto mostra come l’intervento dell’occlusione nella sua statica normale peggiori la sua situazione (Fig.1 e 2).

Fig.1: Il primo esame è stato effettuato in svincolo occlusale, il secondo in massima intercuspidazione (ICP). Si nota che in occlusione il carico aumenta sul piede sinistro di 1,2 Kg.

Dopo il trattamento su Pancafit® abbiamo questa nuova situazione (Fig. 2): Il primo esame è stato effettuato in svincolo occlusale, il secondo in massima intercuspidazione (ICP).

Tra il primo e il post trattamento abbiamo una differenza di carico di 1,4 Kg in svincolo occlusale e 1,8 Kg in massima intercuspidazione, ma soprattutto si nota la diminuzione dell’angolo di torsione, fino ad annullarsi in ICP.

Se inizialmente il baricentro risulta pressoché anteriore (i talloni sono in scarico) dopo il lavoro i talloni incominciano ad essere caricati.

Si nota una certa oscillazione giustificata dal fatto di aver fatto la valutazione stabilometrica dopo un periodo in posizione sdraiata, quindi è possibile attribuire un certo disordine al nuovo equilibrio creatosi.

5. Conclusioni

I risultati ottenuti nei dieci casi trattati hanno hanno mostrato un cambiamento a livello dell’occlusione agendo attraverso un lavoro muscolare decompensato tramite Pancafit, dimostrando come ci sia uno stretto collegamento di interdipendenza esistente tra le strutture cranio mandibolari, il rachide cervico-toracico-lombosacrale, il cingolo scapolare, il cingolo pelvico, le articolazioni dell’anca, delle ginocchia e dei piedi.

Questo collegamento fa si che lo squilibrio di un distretto raramente rimanga circoscritto, ma più spesso venga trasmesso a quelli confinanti e poi quindi a tutti gli anelli della catena.

Perciò possiamo dedurre che l’atm può svolgere funzione:

  • COMPENSATIVA cioè si adatta agli squilibri di altri distretti muscolari;
  • CAUSATIVA cioè il problema può partire dalla sua area (esempio delle malocclusioni) e andare a influenzare le altre aree vicine o lontane attraverso le varie catene neuro-muscolari.

Non avendo a disposizione mezzi idonei per adeguare la tesi ad una scientificità necessaria; essa vuole essere un aiuto e una dimostrazione visibile di quello che può accadere agendo sulla postura.

Non essendo supportato da sufficienti dati scientifici non ha pretese particolari, ma ha prodotto prove evidenti e tangibili.

Lo studio è ancora aperto e questo vuole essere solo un inizio di altri metodi di studio che permettano di scoprire in modo più approfondito e scientifico le interconnessioni tra ATM e postura.

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