Nel nostro centro di posturologia clinica e fisioterapia Postural Service, si presenta Serena, una paziente di 35 anni, per una lombalgia al lato sinistro che si estende fino al gluteo e che la disturba da circa un anno con intensità di dolore pari a 7 (su una scala da 0 a 10).
Durante il colloquio, le vengono chieste dal terapista informazioni riguardo l’origine iniziale del dolore, quando è comparso per la prima volta, se le era già capitato in precedenza e come è progredito nel tempo.
La paziente racconta che il dolore è comparso per la prima volta l’estate scorsa, alzandosi da una sedia. Descrive la sensazione come il classico “colpo della strega”, una pugnalata che l’ha bloccata in una posizione semi-flessa.
Nei giorni seguenti, persistendo il dolore, la paziente si è rivolta al suo medico curante che le ha prescritto una cura a base di cortisone, risolvendo così la fase acuta in circa una settimana.
Nonostante i farmaci abbiano migliorato il sintomo, la paziente riferisce di aver continuamente avvertito dolore e rigidità in quella zona, talvolta raggiungendo un’intensità pari a 9 (su una scala che va da 0 a 10).
Inoltre, riferisce che durante le giornate particolarmente dolorose, fa uso di antidolorifici che però le danno sollievo solo per alcune ore.
Durante l’analisi iniziale si procede facendo domande per indagare su possibili eventi precedenti al mal di schiena, anche se, a parte un tamponamento in auto subito tre anni fa, senza riportare traumi, non ricorda altro.
Dalla valutazione posturale frontale, noto fossette sovra-claveari evidenti, indicanti un eccessivo uso dei muscoli accessori della respirazione: la paziente respira solamente muovendo il torace e le spalle.
Di lato, si osserva un tratto lombare rettilineizzato, una lordosi alta tra D9-D12 nel tratto dorsale, il tratto cervicale in anteposizione e un lieve cenno di gobbo del bisonte nella regione D7-T1.
Osservando più attentamente la paziente, si notano alcune cicatrici nell’area superiore sinistra dell’addome e le viene chiesto cosa le abbia causate.
Valutazione posturale: cicatrici dovute a intervento chirurgico
La paziente spiega che le cicatrici sono il risultato di un intervento chirurgico di bendaggio gastrico effettuato due anni fa.
Racconta di aver preso questa decisione perché è sempre stata in forte sovrappeso fin da bambina senza riuscire a dimagrire. Purtroppo, dopo soli due mesi, è stata costretta a rimuovere il bendaggio a causa di complicanze al tratto gastrico.
Dopo la valutazione posturale, si inizia il trattamento facendo accomodare la paziente su Pancafit®, regolando adeguatamente gli angoli dei piani di appoggio, allineando il tratto cervicale e correggendo le compensazioni degli arti inferiori.
Viene chiesto alla paziente di respirare con l’addome, cioè di adottare una respirazione diaframmatica, ma riesce a farlo con estrema difficoltà.
Il terapista ascolta manualmente le cicatrici dell’intervento chirurgico sull’addome; in particolare la cicatrice del drenaggio che appare più densa e retratta rispetto le altre.
Si inizia il trattamento manuale della cicatrice e la paziente avverte un forte bruciore e una sensazione pungente intensa. Dice che quel punto è stato molto doloroso per diverso tempo dopo l’intervento. Ricorda di aver dovuto tenere il drenaggio per più giorni del solito e che la guarigione è stata più difficile rispetto alle altre cicatrici.
Dopo circa un minuto, la paziente segnala una leggera riduzione del dolore.
Viene interrotto il trattamento e viene chiesto alla paziente di continuare con la respirazione diaframmatica associata ad un delicato auto-allungamento del collo. Dopo una decina di minuti, la si invita a fermarsi facendola scendere da Pancafit® e portarsi in stazione eretta.
La paziente si alza e il terapista nota che il suo collo appare più eretto e meno anteposto. Vengono chieste informazioni sul suo dolore alla schiena e lei dice, sorpresa, che è diminuito da un valore pari a 7 a un dolore pari a 4.
Le si fa ripetere anche il test di flessione anteriore e si nota un guadagno di circa 20 cm rispetto all’inizio.
Ecco che una cicatrice apparentemente innocua, può nascondere eventi spiacevoli di dolore fisico ed emotivo.
Quando il nostro corpo subisce un trauma, spesso la mente cerca di dimenticare l’evento per proteggerci. Tuttavia, il nostro sistema muscolo-fasciale non dimentica mai.
Una cicatrice, apparentemente insignificante, può creare tensioni e irrigidimenti che si propagano attraverso le catene neuromuscolari, influenzando la postura e causando rigidità e dolore in altre aree del corpo.
Ma quando il nostro corpo è opportunamente interrogato in postura decompensata, queste catene riaccendono i legami con l’evento originale, riportandone alla mente i ricordi dimenticati.
Per approfondire ulteriormente sull’argomento, ti invitiamo a leggere l’articolo “le cicatrici: cosa sono e perché sono collegate alla postura”, clicca qui.
Durante le sedute successive, si continua a lavorare con Serena per liberare completamente le aderenze cicatriziali, rieducare la corretta respirazione attraverso il diaframma e ridurre le retrazioni dei muscoli cervico-dorsali che si erano adattati per sostenere la funzione respiratoria. Dopo 7 sedute, la paziente ha felicemente risolto il suo dolore.
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