UNIVERSITA’ LA SAPIENZA di ROMA MASTER IN POSTUROLOGIA
Tesi effettuata dalla Dott.ssa Paola Incardona (Formazione Metodo Raggi®), studentessa del Master post-lauream in Posturologia c/o la 1a Facoltà di Medicina e Chirurgia, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Patologia – Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, A.A. 2002/2003.Questo è un abstract della tesi, il cui testo è composto da 64 pagine.1. Introduzione La Rieducazione Posturale non può essere un lavoro di “scultura” subito passivamente e pazientemente dal soggetto trattato: disponibilità psico-intellettiva e capacità di ascolto delle reazioni che avvengono nel paziente non possono essere pregio o merito solo del terapista, per quanto disponibile e sensibile questi possa essere. La Rieducazione Posturale deve passare, per essere tale, anche dalla percezione cosciente e dal lavoro partecipato, perché questa è una condizione che attiva il lavoro corticale, l’unica situazione in cui si organizza una situazione metacognitiva che unisce passato e presente del soggetto e produce apprendimento spendibile, o trasferibile nelle diverse circostanze della vita, della gestione dell’energia, della corporeità, della postura, con una consapevolezza di essere stabile e pronto nell’ambiente e di disporre di un corporeità che esprime sicurezza e gioia nel proprio equilibrio. In campo posturologico l’apprendimento cosciente passa anche dal percepire su quali catene muscolari si “appoggia” il nostro “equilibrio” e quali invece abbiamo “disattivato” creando asimmetrie. Questo tipo di lavoro richiede che nel soggetto vi siano la capacità di rilassamento e la disponibilità ad assumere delle posture in allungamento muscolare globale decompensato, coordinate con l’attività respiratoria. Nel soggetto con problemi di equilibrio questo tipo di approccio fisioterapico risulta molto difficoltoso e limitato a causa delle ripercussioni a livello emotivo, scatenate dalle difficoltà a mantenersi stabile. La difficoltà di equilibrio ha ripercussioni anche a livello emotivo: paura di cadere, percezione di debolezza, senso di impotenza, stato permanente di “allerta”. 2. Presupposti scientifici Fattori traumatici, invecchiamento biologico, biomeccanica della statica, causano retrazioni muscolari e quindi delle catene cinetiche e la modificazione delle curve lordotiche e cifotiche influenzano la “torre umana”. Tali alterazioni innescano blocchi, rigidità, limitazioni del movimento e dell’equilibrio e perfino dolore. I muscoli sono fra loro embricati, organizzati in catene muscolari ed in relazione con il tessuto connettivale formando un unico sistema mio-fasciale: la retrazione delle catene cinetiche crea accorciamento e modifica l’assetto dei segmenti corporei. Asimmetrie tonico-muscolari e la modificazione delle curve influenzano la postura ed il mantenimento dell’equilibrio mediante reazioni a catena. Per tutti questi principi esposti si può quindi affermare che:
- in campo posturologico il recupero dell’equilibrio deve passare non solo attraverso l’intervento sugli esocettori e sulla plasticità neuronale, ma anche attraverso il trattamento mio-articolare e delle catene mio-fasciali nel loro insieme per rendere più plastica la risposta motoria;
- il trattamento deve passare attraverso un approccio decontratturante globale e decompensato e mirare al raggiungimento di una plasticità ed armonia dell’insieme che si traduce in equilibrio posturale ed anche psicofisico.
3. Scopo Scopo di questa ricerca è quello di presentare e valutare gli effetti dell’attrezzo denominato PANCAFIT® nell’applicazione del metodo di allungamento muscolare globale decompensato a confronto con una metodica più tradizionale come lo stretching, in soggetti anziani fra i 50 e 70 anni, con asimmetrie muscolari e problemi di equilibrio, che pur non presentando problemi vestibolari né lesioni neurologiche, hanno problemi di stabilità nel camminare e nel mantenersi eretti. 4. Materiale e Metodi Nel suo insieme la ricerca è stata caratterizzata dalle seguenti 5 fasi:
- selezione dei soggetti;
- costituzione del gruppo campione e del gruppo di controllo;
- programmazione di lavoro per i due gruppi e reperimento del materiale utile;
- fase attiva del lavoro riabilitativo;
- monitoraggio dei risultati e loro registrazione riepilogativa.
Sono stati esaminati un gruppo di 20 persone che non presentavano problematiche accertate di origine vestibolare, né gravi problemi visivi o lesioni centrali, tuttavia lamentavano lievi sensazioni di vertigine, instabilità, senso di insicurezza, algie al collo e alla colonna.In fase di selezione i soggetti sono stati informati del fatto che alcuni fattori di tipo soggettivo possono limitare i risultati, come la mancata disponibilità a collaborare, la mancata costanza o uno stato ansioso marcato. I soggetti sono stati selezionati secondo un protocollo di inclusione ed esclusione: Criteri di Inclusione: Soggetti fra i 50 e i 70 anni, con problemi certificati di equilibrio, ipertonie muscolari asimmetriche o assiali, esiti pregressi da colpo di frusta, mialgie, problematiche relative agli appoggi, disarmonia posturale con evidenti retrazioni muscolari. Criteri di Esclusione: Soggetti di età non compresa fra i 50 e i 70 anni, patologie tumorali, ernie di scali espulse, scoliosi gravi, patologia centrale o mista, lesione vestibolare, disturbi visivi rilevanti, terapie farmacologiche neurologiche. Gruppo campione: In questo gruppo sono stati inclusi 10 soggetti, 4 maschi e 6 femmine, con un’età media di 63 anni che presentavano sintomatologie indicate dai criteri di inclusione. E’ stato programmato un trattamento rieducativo di 8 settimane, individualizzato, di allungamento muscolare globale decompensato con Metodo Raggi®, su Pancafit®. Gruppo di controllo: In questo gruppo sono stati inclusi 10 soggetti, 2 maschi e 8 femmine di età media di 61 anni che presentavano sintomatologie simili a quelle del gruppo campione. E’ stato invece programmato un trattamento di terapia individualizzata secondo il Metodo stretching analitico Anderson, per uguale durata del gruppo campione. La fase iniziale della rilevazione dei dati e della diagnosi è stata naturalmente clinica con: 1) Raccolta dei dati anamnestici; 2) Rilevamento dei punti di repere; 3) Test di ampiezza della rotazione del capo; 4) Test di flessione avanti del rachide cervicale; 5) Test di flessione avanti del rachide; 6) Test dell’asimmetria tonica cervicale con palpazione comparativa bimanuale; 7) Test dei pollici di Bassani; 8) Test di Fukuda; 9) Test della gamba corta; 10) Rilievi fotografici. Sono stati effettuati, inoltre, degli esami complementari con la pedana Stabilo-baropodometrica con sistema EPS di Loran Engineering per la rilevazione iniziale e finale di pressioni plantari in condizioni ortostatiche, per la valutazione oggettiva degli appoggi e analisi stabilometrica, per la valutazione oggettiva dell’equilibrio. La rilevazione con pedana Loran Engineering sui due gruppi, all’inizio e alla fine del percorso rieducativo, ha costituito, per l’obiettività dei risultati, un vero e proprio Doppio Cieco. 5. Risultati I dati rilevati con i test e con l’esame stabilo-baropodometrico sono stati analizzati e confrontati in fase iniziale, intermedia e finale, con analisi statistica, per rilevarne elementi di significatività. Sono stati anche confrontati i dati relativi ai due gruppi trattati. I dati rilevati nel complesso evidenziano:
- riequilibrio delle catene muscolari (Fig. 1);
- miglioramento della distribuzione degli appoggi podalici (Fig. 2);
- diminuzione della sensibilità dolorosa del tratto cervicale (Fig. 3);
- miglioramento in lunghezza e in elasticità delle catene statiche posteriore ed anteriore;
- diminuzione delle asimmetrie tonico-muscolari;
- miglioramento dell’equilibrio (Fig. 4).
6. Conclusioni
Come confermato dai dati rilevati, sono stati ottenuti dei risultati molto significativi che inducono a continuare in tale direzione per approfondire sempre di più l’approccio sia con tale problema che con la strategia terapeutica adottata.
L’ipertonia dei muscoli paravertebrali, soprattutto quelli nucali, in un quadro di asimmetria tonico-muscolare, sia assiale che lateralizzato, è spesso causa di una perturbazione delle capacità di equilibrio, specialmente nell’anziano.
Nell’anziano il quadro di tali fenomeni è completato da fattori cognitivi ed emotivi,che si traducono spesso nella paura di cadere e nella rinuncia al movimento. Per questi soggetti la soluzione del problema passa attraverso un lavoro di miglioramento della qualità degli appoggi e soprattutto di simmetrizzazione, avvalendosi di un lavoro di chinesi-terapia decontratturante e al tempo stesso propriocettiva ed adattata, rivolta alle catene muscolari nel loro insieme, seguendo il principio dell’allungamento globale decompensato, per pervenire alla fine ad una modifica della postura e della capacità dell’equilibrio.
Nel corso di questa ricerca l’allungamento globale decompensato, con l’utilizzo di Pancafit®, ha portato il gruppo campione ad ottenere vantaggi notevoli rispetto a quelli ottenuti dal gruppo di controllo.
Ciò grazie ad un prolungamento dei tempi di lavoro realmente vantaggiosi, reso possibile dal confort dell’attrezzo e dalla sua versatilità nell’adattarsi sia ai bisogni che alle tipologie dei soggetti trattati. Per queste sue caratteristiche ha reso possibile mantenere per i tempi necessari certe posture, che richiedevano una partecipazione attiva del soggetto e sarebbero state altrimenti difficili da raggiungere e ancor di più da mantenere.
Il risultato di tutto ciò è stato un notevole vantaggio nei soggetti del gruppo campione rispetto a quelli del gruppo di controllo per quanto attiene a:
- riequilibrio posturale;
- miglioramento dell’equilibrio statico e dinamico;
- allungamento e simmetrizzazione delle catene muscolari;
- aumento della capacità respiratoria;
- migliore stabilità degli appoggi al suolo con conseguente sensazione di stabilità e di presenza attiva nell’ambiente;
- miglioramento nella flessibilità;
- presa di coscienza corporea e posturale attraverso un aumento della capacità di ascolto del corpo proprio e delle emozioni.
In conclusione possiamo affermare che il lavoro condotto sul gruppo campione con Pancafit® ha portato i soggetti trattati non solo al raggiungimento degli obiettivi prefissi ma soprattutto ed in definitiva ad un miglioramento dell’autostima e dell’autonomia che si traducono in un miglioramento della qualità della vita di cui solo chi vive in una corporeità serena ed armoniosa può godere.