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Bloccato da un’artrosi all’anca

Il signor Matteo è uno sportivo di 47 anni con un’artrosi bilaterale alle anche per la quale è già stato prenotato l’intervento di artroprotesi.

Il dolore, presente soprattutto all’anca sinistra, gli permette di dormire solo in posizione prona con l’arto inferiore sinistro flesso. Inoltre dice di avere difficoltà ad accavallare le gambe e di non poter guidare se non per pochi chilometri, e quando scende dalla macchina impiega qualche secondo per riprendere la posizione eretta.

Tutto è iniziato nel 1996 con un dolore all’inguine, seguito da un blocco lombare e da una sciatalgia all’arto inferiore destro. In quell’occasione è stata eseguita una Tac che ha evidenziato un’ernia lombare (L5-S1). Precedentemente non aveva subito traumi di rilievo, ad esclusione di una distorsione alla caviglia sinistra a 20 anni con interessamento dei legamenti collaterali del ginocchio. Dopo il periodo di ingessatura aveva ripreso immediatamente l’attività sportiva (calcio), senza sottoporsi a nessuna terapia di recupero funzionale. Questa potrebbe essere la causa che ha portato nel tempo le anche a soffrire fino alla comparsa dell’artrosi.

Dall’esame posturale risulta che entrambe le ginocchia sono extraruotate, il collo retratto “sparisce” nelle spalle e si osserva che durante la respirazione c’ è un notevole intervento della muscolatura delle spalle e del collo (muscoli accessori della respirazione).

Iniziamo la prima seduta con l’esercizio della quadrupedia (busto flesso in avanti e mani in appoggio su di uno sgabello) che risulta molto impegnativo a causa delle forti tensioni che si scatenano a livello del gluteo e della zona dei femorali nel tentativo di distendere gli arti inferiori e posizionare correttamente la colonna vertebrale.

La settimana successiva si ripresenta dicendo che dopo la terapia si è sentito molto stanco e spossato, tuttavia è riuscito a guidare per circa 1.000 km. e, una volta sceso dall’auto, non haveva accusato i soliti disagi.

Riprendiamo quindi il lavoro precedente chiedendo al sig. Matteo di prestare particolare attenzione alla respirazione. A tale proposito si esegue in un secondo momento un massaggio del muscolo diaframma, in postura decompensata su Pancafit, che risulta molto rigido e retratto. La seduta si conclude con un esercizio di autoallungamento del tratto cervicale che evidenzia notevoli tensioni muscolari fino alle spalle.

Le sensazioni al termine sono molto positive: maggior leggerezza al collo e alle spalle, respiro più libero e soprattutto movimenti delle anche meno difficoltosi e dolorosi, anche provando ad accavallare le gambe.

Nelle sedute successive, oltre al lavoro precedente, vengono aggiunti dei trattamenti specifici per i muscoli dell’articolazione dell’anca (psoas, piriforme, glutei e adduttori) con movimenti dolci dell’arto inferiore mirati a restituire la funzionalità articolare perduta.

Visti i progressivi miglioramenti il signor Matteo, dopo quattro sedute, decide di acquistare Pancafit® per continuare gli esercizi anche a casa.

Il lavoro in studio prosegue per altre 5 sedute durante le quali si è trattata anche la caviglia sinistra che aveva subito il vecchio trauma.

I risultati ottenuti cominciavano a diventare evidenti: minor fatica a camminare, a piegarsi a flettere il busto in avanti, a rimanere seduto in auto anche per lungo tempo e in generale si sente “più libero e più diritto”.

Arrivati al periodo estivo (dopo un totale di 15 sedute) il sig. Matteo parte per le vacanze portando con sé Pancafit per non interrompere il lavoro. Al suo ritorno comunica di aver trascorso un periodo decisamente positivo riuscendo nuovamente a giocare a tennis e calcetto (seppur a ritmi meno intensi) con la gioia di essere finalmente riuscito di nuovo a divertirsi ed a “vivere” praticando un po’ di sport… la sua più grande passione”.

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