Alessandro, allenatore di pallavolo, ci contattò per fissare un appuntamento per una sua atleta di 12 anni che presentava forti dolori e gonfiore al ginocchio destro, tali da crearle notevoli impedimenti nell’esecuzione di alcunii gesti tecnici durante gli allenamenti.
Il fastidio era tale da condizionarla in ogni attività, sia ludica che generica.
Attraverso dei test funzionali eseguiti in studio, notammo immediatamente che nel tentativo di piegarsi sulle gambe per assumere la posizione di accosciata, presentava un fastidio localizzato al quadricipite (muscolo anteriore della coscia) oltre ad evidenti disagi nel mantenere l’equilibrio.
Chiedemmo quindi a Giulia di mettersi su Pancafit per verificare se il quadricipite fosse in uno stato di sofferenza tale da rimanere costantemente in una condizione di difesa e quindi di tensione.
Le si chiese di eseguire un esercizio di flesso estensione del piede destro per osservare come gestiva questo movimento che, in condizioni ottimali, dovrebbe essere eseguito senza l’intervento del muscolo quadricipite.
Si poteva osservare che Giulia, nell’effettuare tale movimento apparentemente semplice, utilizzava anche il muscolo della coscia per sopperire ad un evidente deficit articolare e andando di conseguenza a sollecitare la zona sotto la rotula dove si inserisce il muscolo.
Emerse che la sua caviglia destra era stata soggetta a molteplici distorsioni, le quali man mano ne avevano ridotto sensibilmente la mobilità.
Ciò stava a significare che il “giusto meccanismo” si era inceppato e che il quadricipite veniva chiamato a svolgere un lavoro non proprio, o meglio, a sopperire quella parte di lavoro che non risultava più svolto dai muscoli preposti (tibiale e tricipite).
Tale condizione comportava, oltre ad un maggior dispendio energetico (Giulia si sentiva spesso stanca anche al risveglio), anche forti sollecitazioni in compressione al ginocchio stesso.
Si fece continuare l’esercizio “educando” il quadricipite a non intervenire nel movimento e, dopo circa una decina di minuti, le si chiese di rialzarsi per provare nuovamente a piegarsi in accosciata.
Il risultato fu subito evidente: diminuito di circa il 50% il dolore al ginocchio e migliorato sensibilmente sia l’equilibrio, sia il movimento del piegamento in accosciata; rimaneva invece invariato il gonfiore al ginocchio.
Consigliammo quindi di rivolgersi al proprio medico per effettuare un accertamento ecografico per valutare la natura del versamento interno e congedammo quindi Alessandro e Giulia, invitandoli a continuare quel lavoro di “rieducazione” ad un corretto movimento di flesso estensione dei piedi, per evitare un sovraccarico inutile alle ginocchia.
Dopo circa un mese Alessandro telefonò per condividere la gioia sua e di Giulia: il ginocchio si era sgonfiato completamente e soprattutto l’esercizio le aveva permesso di tornare ad allenarsi senza problemi e con risultati migliori.